Solitamente, più sei intelligente e più tendi a sentirti intelligente. Dirò di più: più ti senti intelligente e più tendi a sopravvalutare la tua intelligenza e sottostimare quella degli altri. La domanda sorge spontanea: pensandoti così intelligente lo sei davvero o sei soltanto un invasato dal tuo stesso ego?
Ebbene. Più ti senti intelligente e più sottovaluti non solo le persone, ma anche le situazioni e le cose. Non perdi neppure tempo a dare un’occhiata a quello che hai davanti o attorno perché sai già come sono le cose. Tu sei intelligente e sai già.
Se sei così tanto intelligente e ti metti pure a studiare qualche cosa, o addirittura studi come un matto per essere sicuro che più di te nessuno mai e che sarai pronto per conquistare il mondo, allora è molto probabile che tante persone attorno a te non siano proprio il top e che tu le riesca a sovrastare con poco impegno.
Eppure. Ho imparato che una persona può essere talmente intelligente da risultare più stupida di un escremento (e non sto sottostimando un escremento, sia ben chiaro, ha anch’esso una ragione d’essere) e non se ne rende conto. Non può rendersene conto perché manca di cuore. Che è quella sfera dell’umano dove il sentimento non è concentrato su se stesso ma si rivolge all’esterno, è la capacità dell’individuo di scrollarsi di dosso tutto ciò che è interesse egoistico per aprirsi alla bellezza imperfetta del mondo.
Un Essere Umano intelligente sa usare ogni sua risorsa per creare benessere per sé stesso e per chi gli sta accanto, nell’ambiente che lo contiene. In questo modo si crea un circolo virtuoso di menti sopraffini che sanno dare sollievo a ciò che di non bello esiste e aiutano il mondo a progredire.
Sottovalutare il resto del mondo è un pericolo. Non per il mondo, però. Perché il mondo – che è roba antica e due cose due le ha imparate – schiaccia gli intelligenti che di lui non si curano. In un modo o nell’altro. Ne ha molti di modi, ha molta esperienza. Quindi non serve implementare l’odio, ma coltivare l’intelligenza emotiva (evviva Goleman!) e avere fede nel mondo e nei suoi modi.
L’attesa non è mai vana.