(631) Balsamo

Il buon vecchio Manzoni definiva la benevolenza un balsamo, ovvero un rimedio portentoso contro la sofferenza. Ognuno ha il suo, alcuni ne hanno più d’uno. Bisogna ammetterlo: un rimedio portentoso contro la sofferenza non è cosa di tutti i giorni. Balsami che abbiamo la potenza di rimediare a certe abominevoli ferite non sono facili da trovare. E più li cerchi e più questi ti si celano.

Non è che ‘sto pensiero mi stia portando molto lontano, credo di essere troppo stanca perfino per riflettere – anche se le dita sulla tastiera vanno dove sanno andare perché hanno ormai vita propria. In momenti come questo, a fine giornata, quando la giornata è stata intensa come quella di oggi ho solo voglia di buttarmi a letto e dormire tutte le ore che posso. Potrebbe essere che in questo periodo il mio balsamo sia il sonno?

Allora ben venga! Ci sono montagne di sonno perso che mi devo scalare, un mese non basterebbe. Le cose più ovvie sembrano quelle meno importanti, non ho mai capito il perché. L’ottusità umana – che appartiene anche a me – è un mistero, oltre che una vergogna. Ci vorrebbe un balsamo per guarire la vergogna o l’ottusità? No, non ora, non riesco neppure a tenere gli occhi aperti, figurati se riesco a tenere collegate le sinapsi.

Buonanotte a chiunque si sia fermato qui per leggermi, mi scuso, ma stasera meglio di così proprio non riesco a fare. Davvero.

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(367) Kryptonite

Per riuscire a sfangarsela nella vita, Superman insegna, bisogna capire il più velocemente possibile qual è la nostra letale kryptonite. Il resto della tua esistenza la trascorrerai a schivare come la peste questo elemento e vivere nel pieno delle tue forze il più a lungo possibile.

La mia kryptonite è: l’ottusità. A ogni scontro con questo stramaledetto componente della natura umana, io perdo. Robe che se fossi almeno un po’ furba non mi ci metterei nemmeno, ma non solo non sono furba, sono anche recidiva. Eppure la riconosco, la annuso da lontano, cerco di aggirarla – assicuro in buonafede che l’intenzione è quella – ma non dura molto. Appena abbasso la guardia… zak! Eccola lì, davanti a me che senza neppure salutare mi molla un diretto sul naso e finisco stesa a terra. Sempre.

L’ottusità, c’è da aggiungere a mia discolpa, sa celarsi bene. Sa vendersi bene. Sa carpire la tua fiducia per sbatterti a terra e piombarti a braccio teso sulla giugulare. Senza respiro si ragiona male e lei lo sa.

L’ottusità permette alla gente che si reputa normale di covare odio profondo fin nelle viscere e sputarlo in faccia alla prima occasione, al primo venuto, al primo segnale di vulnerabilità che intuiscono. E la gente ottusa ha grande intuito e ottima mira, c’è da rendergliene atto.

L’ottusità obnubila la ragione e chi ne è affetto non se ne rende conto perché la sua capacità dialettica, la sua retorica, la sua preparazione culturale sono ottima base per portarti lì dove ti darà il colpo di grazia.

Una sola cosa manca alla persona ottusa: la gentilezza. E una volta che lo hai capito, allora tu puoi essere la kryptonite da cui scappare, quella capace di neutralizzare il piano criminale messo in atto contro la Bellezza e l’Umanità.

Sii Kryptonite, sii gentile.

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