Credo che ogni crescere sia accompagnato sempre da una sana ambizione. E credo che se è davvero sana questa ambizione, non si smette mai di avere voglia di crescere. Sempre meglio, sempre un passo oltre a dove pensavi fosse il tuo limite. Se ti manca questa spinta allora potresti fermarti prima ancora che il tuo cuore si dichiari pronto per il riposo eterno. Ed è un peccato.
Mi fa specie rendermi conto come certi miei coetanei si siano adagiati sul proprio status senza avere più voglia di niente, se non di aprire un bar su una spiaggia tropicale e vivere mezzi nudi e intontiti dai cannoni. Cavoli. Bella vita. Complimenti.
Io dopo nemmeno una settimana mi metterei a progettare qualcosa da realizzare da lì a un un mese, m’inventerei una sfida impossibile giusto per non morire di troppi tramonti incantevoli e oceano sfavillante.
Che dire della crisi di mezz’età? Anziché avanzare onorevolmente si desidera tornare indietro, a quando si era giovani e idioti e non si apprezzava nulla perché la vita ci avanzava e pensavamo di essere eterni. Le corse in moto senza badare alla segnaletica, le notti nei locali a fotterci il fegato con l’alcool (e non solo) e le scopate con chi il giorno dopo non vuoi neppure salutare incontradolo per strada… che divertimento, vero? E ritornare lì, in quel punto della crescita dove non hai ancora capito un cazzo, quando la vita ti ha già insegnato e tu hai già capito tanto e dovresti averlo capito una volta per tutte, non è uno spreco?
Anni per rendersi conto di come vivere vada oltre allo staccare il cervello e non pensare più a niente, anni per accettare che la libertà ha anche una faccia oscura, e butti tutto nel cesso perché hai paura di morire. Tanto muori lo stesso. E morire da idiota non è per nulla edificante.
“Morire con gli occhi aperti”, raccomandava Marguerite Yourcenar e lei era mille anni avanti a tutti, la sua crescita è stata così potente e così enorme che nessuno potrà mai cancellarla. Ecco, questa è l’ambizione sana di cui parlavo. Questa.