(1038) Freschezza

La ricerca della freschezza sembra essere diventata un’ossessione di massa. E non mi riferisco alla cura per scampare alla calura estiva, ma a quella cosa che non ha sostanza e forse non ha modo di spiegarsi a sufficienza. È un dato di fatto che ci si inventa di tutto per vendere quella sensazione di freschezza che ci può risolvere la giornata: dal chewing gum al profumo, dal deodorante per ambienti alla maglietta di cotone. 

Mi sto domandando da settimane il perché senza venirne a capo. Bypassando le ovvietà, non riesco a capirne l’origine. E sono in questo tunnel – per il momento senza uscita – grazie a un collega avanti di mille miglia rispetto a me che mi ha buttato lì sul piatto la freschezza della comunicazione a cui bisogna puntare. Mettendo da parte il fatto che in quell’ambito pare io sia riuscita a dargli soddisfazione (un sollievo pazzesco), questa cosa qui si è propagata in ogni angolo del mio cervello e ho perso il controllo.

Cos’è questa stramaledetta sensazione di freschezza?

Il brivido di freddo che ti inebria? O un pensiero che ti racconta di un nirvana piuttosto inverosimile e quanto mai lontano da ogni immagine che uno si potrebbe immaginare nello spazio-tempo che comprende tutto l’immaginabile da qui alla fine del mondo? Mah.

La freschezza di un sorriso, la freschezza di un incontro, la freschezza di una storia… devo continuare? Francamente, a me viene in mente il Chilly (e dio-solo-sa-quanto-odio-il-chilly) e la questione del brivido-a-tutti-i-costi mi perplime parecchio. 

Va bene, ora che ho ammorbato tutti con questo inutile pensiero (ma pieno di freschezza, ammettetelo), credo me ne andrò a letto. E dichiaro che la frescura del temporale che ha appena attraversato il lago e sollevato tutti dall’afa è la benvenuta. A prescindere.

‘notte

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(312) Temporale

Aria calda che sale e si raffredda, e scoppia il finimondo. Quando scoppia ti lascia senza fiato, può diventare terribile e allo stesso tempo ipnotizzante. Lampi, fulmini e saette, tuoni, pioggia, vento… tutto insieme. 

Ecco, non c’è niente che mi spaventi di più che sentire arrivare il temporale. Sentire che la pressione sale e che è solo una questione di pochi istanti e perderò il controllo. Giove al confronto è un novellino. E sono fatta così, non riesco a gestire con saggezza la mia emotività e, quando scoppio, scoppio e amen.

I miei non sono temporali spettacolari, spesso sono lampi e pochi tuoni lontani, ma riesco a farmi il vuoto attorno ed è quel vuoto di cui ho bisogno. Potrei gestire meglio le cose e me stessa, ma forse è solo una debole consapevolezza che non va a scalfire minimamente la mia intima convinzione.

Tutto si riduce a un niente e un temporale che spazza via tutto fa solo il suo dovere: su quel che rimane si ricostruisce. Come sempre accade, così deve essere.

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