(686) Eco

Ci sono dei passi che hai fatto di cui ti porti ancora l’eco dentro, te ne sei accorto? Sono quelli che non finiranno mai, non importa quanto ci stai provando e da quanto tempo, non finiranno mai. Te li porterai dentro per sempre.

Non ho ancora capito se è perché dovevo fare altre scelte e il reminder diventa una sorta di punizione, o se è perché la scelta è giusta ma ancora non l’ho digerita. L’ho fatta, ma soltanto perché andava fatta nonostante il dolore che mi poteva causare. Soltanto che l’ho scoperto troppo tardi che l’eco del dolore non passa mai. Neppure quando non c’è più ferita, neppure se non c’è nemmeno una cicatrice. Mai. Rimane tatuato nel cervello e ti si ripresenta intatto anche a ricordarlo dopo un secolo. Questa è la vera maledizione del vivere.

L’eco stordisce, non sai da dove è partito il suono originale, non sei in grado di contare tutti i rimbalzi che ha fatto per arrivare a te, non sei nella condizione di poterlo schivare. Sei semplicemente sulla sua traiettoria e ti porterà con sé ovunque voglia andare. Mi piacerebbe poterlo prendere al volo, tenerlo in mano per guardare che faccia ha. Sono quasi certa che abbia la mia faccia, sì, non può essere altrimenti.

Penso anche all’eco di quel che ho fatto e ho detto in questi anni, sarà rimasto dentro a qualcuno? Non come una sottile vendetta per chissà quale peccato, no. Sarebbe terribile, non me lo perdonerei. Piuttosto come un’esortazione gioiosa, una richiesta al poter Essere-Presente, alla sostanza delle cose, dei fatti, delle persone, degli incontri. Questo sarebbe bello, fosse anche soltanto in una persona, sarebbe bello.

Chissà se l’eco di me, in qualche modo, riesce ad essere utile al mondo. Chissà.

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(632) Liscio

Quando va tutto liscio io mi stupisco. Mi esce lo stupore quello puro. In un istante benedetto mi rendo conto che è possibile, che può succedere anche a me, che a ‘sto giro sono io la miracolata. Oh!

L’ordine delle cose, nelle cose, tra le cose ecc., prevede un flusso di energia che non ha interruzioni e dal punto A si scivola al B e al C e al D e l’Universo si compie. Così dev’essere, e così tante persone vivono la loro esistenza. Liscio, tutto liscio come l’olio. Che benedizione!

Io, invece, inciampo ovunque e ad ogni passo. Non c’è verso, il percorso dei flussi energetici che mi coinvolgono porta in sé tumulti e tempeste. Fedele alle Leggi di Murphy, se una cosa può andare storta lo farà. Poi magari si risolve tutto, ma intanto ti fa sputare l’anima per venirne a capo. Così è. Dagli eventi più insignificanti a quelli più importanti, così è.

Graziealcielo, anche per me esistono le eccezioni. Sono quelle cose che accadono a sorpresa, che mi fanno dire: oh!

Oh! Sono riuscita a trovare parcheggio in due secondi!

Oh! Non c’è traffico oggi!

Oh! Sono riuscita a trovare le scarpe che mi piacciono e sono pure comode!

Oh! Il camion che poteva travolgermi è riuscito a schivarmi!

Ecco, cose così. Sono le eccezioni benedette, quando va liscio qualcosa su cui non ci avresti scommesso un centesimo. Quando una piccola fortuna ti cade in mano e tu la usi nell’immediato per creare benessere per te e per chi ti sta attorno. Liscio come un valzer, il suo 1—2-3 giro 1—2-3 giro che segue la melodia e non ci sono rimbalzi, non ci sono rinculi, non ci sono sbattimenti. Sulla pista tutti seguono lo stesso ordine di passi e non c’è neppure il rischio di scontrarsi. Oh!

Per una come me, abituata agli autoscontri, un bel valzer ogni tanto pacifica il cuore. Liscio come l’olio.

Oh!

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