(632) Liscio

Quando va tutto liscio io mi stupisco. Mi esce lo stupore quello puro. In un istante benedetto mi rendo conto che è possibile, che può succedere anche a me, che a ‘sto giro sono io la miracolata. Oh!

L’ordine delle cose, nelle cose, tra le cose ecc., prevede un flusso di energia che non ha interruzioni e dal punto A si scivola al B e al C e al D e l’Universo si compie. Così dev’essere, e così tante persone vivono la loro esistenza. Liscio, tutto liscio come l’olio. Che benedizione!

Io, invece, inciampo ovunque e ad ogni passo. Non c’è verso, il percorso dei flussi energetici che mi coinvolgono porta in sé tumulti e tempeste. Fedele alle Leggi di Murphy, se una cosa può andare storta lo farà. Poi magari si risolve tutto, ma intanto ti fa sputare l’anima per venirne a capo. Così è. Dagli eventi più insignificanti a quelli più importanti, così è.

Graziealcielo, anche per me esistono le eccezioni. Sono quelle cose che accadono a sorpresa, che mi fanno dire: oh!

Oh! Sono riuscita a trovare parcheggio in due secondi!

Oh! Non c’è traffico oggi!

Oh! Sono riuscita a trovare le scarpe che mi piacciono e sono pure comode!

Oh! Il camion che poteva travolgermi è riuscito a schivarmi!

Ecco, cose così. Sono le eccezioni benedette, quando va liscio qualcosa su cui non ci avresti scommesso un centesimo. Quando una piccola fortuna ti cade in mano e tu la usi nell’immediato per creare benessere per te e per chi ti sta attorno. Liscio come un valzer, il suo 1—2-3 giro 1—2-3 giro che segue la melodia e non ci sono rimbalzi, non ci sono rinculi, non ci sono sbattimenti. Sulla pista tutti seguono lo stesso ordine di passi e non c’è neppure il rischio di scontrarsi. Oh!

Per una come me, abituata agli autoscontri, un bel valzer ogni tanto pacifica il cuore. Liscio come l’olio.

Oh!

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(499) Ciglia

Un battito di ciglia e tutto può cambiare. Un battito di ciglia e niente cambia mai.

Passo da un estremo all’altro, da una condizione all’altra, mille volte al giorno eppure… eppure più le guardo e più queste due frasi mi sembrano perfette. Non so come sia possibile, ma lo sono.

Quando provi stupore cosa fai? Sbatti le ciglia. Semplice. Se non le sbatti da un sacco di tempo, inizia a preoccuparti, t’è passato lo stupore. Fidati, è l’inizio della fine, ti si sta raggelando l’Anima, entro breve morirai assiderato. Succederà. Corri al riparo, inventati qualcosa, datti le martellate sulle nocche a tradimento, non importa quanto e cosa dovrai fare ma ripristina un livello minimo di sopravvivenza dello stupore o non avrai speranze.

Se dovessi contare tutti gli stupori che mi fanno sbattere le ciglia ogni giorno finirei con il perdermi tra i numeri. Oggi, per esempio, una cinquantina a dire poco e farne una lista mi diventa impossibile perché le cose di cui mi stupisco possono essere anche piccolissime. Ma piccolissime proprio.

Certe sono grevi, altre leggerissime. Ci sono quelle che mi fanno sorridere e quelle che mi fanno incazzare. Alcune mi commuovono, altre mi fanno scuotere la testa e sputare un sospiro a terra – di quelli che se li becchi di rimbalzo raggiungi Marte prima di Elon Musk. E anche se non li ricordo tutti, tutti si sono integrati perfettamente con la parte più viva della mia mente e quando meno me l’aspetto ritorneranno a galla e sarò costretta a riviverli, a ripensarli, a ri-immaginarli, a riscriverli magari meglio, magari anche diversi… chi lo sa?

Ci sono giorni in cui uno o due di loro si fanno sentire di più. Mi si stampano subito nel terzo occhio e so che da lì non se ne andranno, per sempre. Che roba strana lo stupore…

Insomma, sono qui per questo, sono qui per tenere traccia dei miei stupori, dei miei sbattere di ciglia. Che gioia, che privilegio! Chissà se dovessi scriverli che cosa mi racconterebbero dopo anni di dimenticanza. Chissà se manterrebbero la stessa intensità, la stessa vibrazione.

Va bene, proviamo. Lo stupore più bello di oggi? Sì, ce l’ho. Chiedo a una bimba di tre anni che mi sorride quale sia il suo nome e lei mi risponde: Biancaneve.

Sbam.

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(419) Wow

Lo penso spesso. In positivo e in negativo. Riferito al mondo che mi circonda oppure a quello che mi porto dentro. Lo stupore che si traduce con un Wow può prendere toni e colori diversi a seconda dell’oggetto a cui è rivolto.

Ci ho riflettuto seriamente e sono arrivata alla conclusione (provvisoria) che non sia una brutta abitudine, quella di stupirmi intendo, perché presuppone una certa apertura alla meraviglia. Nulla di cui andare fiera, è qualcosa che è parte di me e probabilmente ereditata dalla mia genitrice, ma è senza dubbio il presupposto che mi ha permesso di avvicinarmi alle storie. Quelle che mi vengono raccontate, ancor prima di quelle che io racconto.

La convinzione che l’Essere Umano sia portatore sano e insano di storie non mi ha mai abbandonata e non mi ha mai delusa. Quando ti aspetti una storia, quella arriva. Sicuro come il giorno e la notte. Arriva. Certo, la devi saper cogliere, ma se la aspetti allora i sensi ce li hai allertati per forza.

Le storie migliori sono quelle che ti lasciano piccole briciole di meraviglia da raccogliere mentre le attraversi. I colpi di scena fanno bene, certo, ma possono anche lasciarti l’amaro in bocca. Quando, invece, trovi una briciola dove non pensavi ci potesse essere… ti fermi, la raccogli e te la guardi.

Wow.

E chi ci pensava che qui avrei trovato questa cosa! E chi ci credeva che qui avrei trovato questa meraviglia! E chi ci sperava che qui avrei trovato questo piccolo balzo del cuore che mi ha fatto aprire gli occhi d’un colpo e trattenere il respiro!

Wow.

Auguro mille wow – mescolati belli e brutti – al giorno a tutti, a tutti. Quelli belli ti fanno amare la vita, quelli brutti ti fanno amare le altre cose belle della tua vita. Fare un confronto serve, aiuta. Tutti.

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