(323) Inviolabile

Degno di massimo rispetto, ovvero sacro. Ciò che è inviolabile lo è per diritto naturale, lo è non perché frutto di un’opinione o di una moda o dell’estro di qualcuno. Lo è perché così deve essere.

Il diritto all’inviolabilità non si compra, non si mercanteggia, non si svende, non si mendica, non si regala e non si concede.

A noi questa cosa dà un fastidio ancestrale, ci opponiamo con tutte le nostre forze a ogni cosa che ci para di fronte questo stato d’essere inviolabile. Reagiamo con violenza, perpetriamo il sopruso perché l’inviolabilità ci disarma, ci fa sentire piccoli e insignificanti. E lo siamo. Di fronte al diritto naturale di Essere siamo ridicolmente inadeguati.

La vita è inviolabile. E noi appena ne scorgiamo la luce facciamo del nostro meglio per spegnerla. Calpestiamo l’inviolabilità perché pensiamo che in questo modo scomparirà, perderà di significato. Non è così. Lei rimane, perdura, persiste, granitica e magnifica.

Se facessimo come gli aborigeni, decretando l’inviolabilità dei nostri Luoghi ci renderemmo conto che non serve alzare la voce davanti al Sacro, ma alzare le braccia sì. E se alziamo anche gli occhi al Cielo il gesto si completerà.

Tu prova ad alzare le braccia e gli occhi al Cielo e al contempo impedirti di sorridere. Prova. Ci riesci? Io no.

 

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(149) Segreti

Non sono una fan dei segreti, penso che meno ne hai e meglio dormi. Mi sono accorta, però, che ho sempre dato a questa parola un significato pari a mancanza di chiarezza/onestà. Forse le ho fatto un torto.

Mi è successo sovente di essere stata fraintesa nonostante il mio cercare di attenermi alla chiarezza, nei rapporti umani che intessevo. La chiarezza, in questo ambito, è diventata per me con il tempo una solida utopia.

Riprendendo in mano il concetto di cui sopra, non credo più che avere degli angoli segreti dentro di te – dove riporre le cose più preziose – sia correlato alla mancanza di onestà. Credo sia, invece, un buon modo per proteggersi dalle burrasche incontrollabili, quelle causate dalle reazioni di chi ti sta attorno quando, anziché comprendere, vuole giudicare.

Non ho mai forzato la porta di una stanza segreta altrui, penso sia un luogo che deve rimanermi inaccessibile. Non mi fido della mia capacità di accettazione. Voglio evitarmi di cadere nella trappola del facile giudizio sparato lì solo perché lì c’è qualcosa di delicato che si mostra.

Pretendo sia questa la posizione di chi vuole starmi accanto. Lo chiamo rispetto ed è sacro.

 

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(33) Sacro

sacro [lat. sacer -cra -crum]. – ■ agg. 1. a. (relig., etnol.) [che riguarda la divinità, la sua religione e i suoi misteri: luogo s.; i s. arredi2. [reso sacro o dedicato a una divinità, con la prep. a3. (estens.) [degno di alta venerazione o del massimo rispetto: l’ospite è s.; il s. nome della libertà] ≈ intangibile, inviolabile, sacrosanto, santo, venerabile, (lett.) venerando.

Tengo buona la terza: l’estensione. Già definirla estensione mi piace, poi quel “degno di massimo rispetto” centra il bersaglio perfettamente.

Ci sono poche cose inviolabili, sacrosante, nella vita. La prima è la vita stessa. Potrei concluderla qui, dentro la vita c’è già tutto. Sembra non sia sufficiente per nessuno, però.

Diventano sacre le proprietà, non più i proprietari. I proprietari difendono le sacre proprietà violando la sacralità della propria vita. Questo mi sconvolge.

Sono disposto a dare la vita per la mia casa, la mia terra. Sono disposto a sacrificare la sacralità della mia vita per delle cose che considero mie. La mia terra mi contiene, ma non è prigione. La mia casa mi contiene, ma non è tomba. Posso muovermi, posso trovare un’altra terra e costruirmi una nuova casa. Non è la terra e la casa che ti chiede di sacrificare a loro la tua vita.

Facciamo un passo di lato, allora. Guardiamo al nostro sacrificarci: se tutta la tua vita la trascorri lavorando per costruirti una casa, se tutta la tua vita la impegni nel tuo pezzo di terra e non consideri nient’altro, l’enorme sacrificio vale la tua stessa vita. Nessuno e niente dovrebbe mai toglierti ciò che è tuo. Mai.

Mi sto domandando spesso cos’è sacro per me. Ritorno sempre alle persone, non alle cose. Amo tutte le cose che ho, le amo profondamente e cerco di curarle più che posso. Ogni volta che ho perso o mi è stata rubata una delle cose che amavo di più ho sofferto e ci penso ancora… ma.

Mai mai mai come penso alle persone che ho perso. Sono loro che mi fanno sentire l’unicità della perdita. Lì, il dolore non passa.

Sacro è tutto quello che sostiene la tua Anima. Se dai questo potere a troppe cose, indebolisci la tua anima.

Dare Amore alle persone non è mai perdere, anche quando pensi di averlo buttato perché queste persone se ne sono andate. La tua Anima si è nutrita di quell’Amore che hai saputo dare e per questo ha resistito nonostante la perdita.

Sacro è l’Amore.

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