Un messaggio risulta efficace quando ti impone di fermare il lavorio della mente per riflettere su quel dettaglio a cui non stai pensando. Se dura per più di qualche secondo è fatta.

 

In ambito Comunicazione Efficace, tirare un pugno ti impone presenza. Un pugno fa male, un pugno deve far male, se non è quello il tuo intento devi optare per una carezza o un buffetto sulla guancia. Un pugno fa male, una volta chiarito il concetto te ne prendi la responsabilità e quando lo tiri lo fai come si deve. Un pugno non significa che ti devo devastare, altrimenti userei altri mezzi ben più definitivi. Un pugno deve farti male, non ti deve uccidere. Ti deve risvegliare.

 

Se devo farti capire che allacciare le cinture di sicurezza quando sei alla guida ti può salvare la vita, se voglio farti fermare a riflettere allora devo scegliere un’immagine forte e dentro all’immagine devi trovare una storia che potrebbe tranquillamente assomigliare alla tua, che ti faccia sentire talmente vicino a quello che stai guardando da provare un fastidio, una sorta di ripugnanza, vuoi guardare altrove ma non ci riesci perché quella storia ti urla: potrebbe succedere a te.

 
Questo è un modo per comunicare efficacemente, un modo per far sì che tu non te lo possa più dimenticare. Lo si deve utilizzare con cautela, nelle situazioni in cui c’è di mezzo qualcosa di importante come lo può essere la vita umana. Usato in questo modo il pugno diventa vitale.

Knock Out assicurato, ma per una giusta ragione.

 

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