Troppo filosofico per un lunedì mattina, me ne rendo conto. Eppure, quando ti imbatti in qualcosa che ti colpisce non puoi far finta di niente. Quindi ecco qui la riflessione in cui mi sono intrappolata inconsapevolmente.
Your brain’s priority is your survival, not your happiness. [trad. La priorità del tuo cervello è la tua sopravvivenza, non la tua felicità.]
Essere felici non è una decisione che parte dal nostro cervello. Sbang. Si tratta di un atto di volontà. Quindi non è che siamo naturalmente impegnati nel creare la nostra felicità, stiamo per lo più cercando di sopravvivere [questo articolo lo spiega meglio].
La sopravvivenza pretende il 99% delle nostre già risicate energie. Houston abbiamo un problema. (cit.)
Ho pensato parecchio al mio percorso, partendo da noi stessi le possibilità di collegarsi a tutti gli altri prendono vie impreviste e affascinanti. Si chiama capacità empatica, un universo parallelo in realtà. Questo TEDtalk riassume brillantemente quello che ho imparato nel tempo:
[trad. “I miei colleghi ed io abbiamo anche scoperto, tuttavia, che i messaggi chiave nei momenti critici possono mantenere le persone ispirate dalla possibilità. Abbiamo condotto esperimenti negli ultimi 15 anni, testando come i messaggi che aprono possibilità possono cambiare la vita delle persone espandendo le loro identità, piuttosto che ridurle. E quando dico identità, intendo tutte le idee che hai su chi sei o chi potresti essere. La tua famiglia può essere parte della tua identità o della tua razza, della tua etnia, del tuo status economico. Ma l’identità va al di là di tutte queste idee su chi siamo adesso. Sono anche le tue idee su chi potresti diventare in futuro, la tua “identità futura”. E tutte queste diverse parti dell’identità sono costantemente plasmate dagli ambienti in cui ti trovi, dalle cose che attraversi e dai messaggi che ricevi. Questi messaggi possono ridurre le vostre identità e farvi sentire più piccoli, o possono espandere le vostre identità per avvicinarvi a possibilità su cui poter lavorare per raggiungere i vostri obiettivi.”]
Costruirsi la propria felicità comporta un’ostinata capacità di affrontare il mondo avverso. Perché il mondo sarà sempre avverso, è un dato di fatto. La fatica può spegnere la felicità, anche questo è un dato di fatto, e lo fa se glielo permetti. Continuare a credere nella felicità che hai immaginato per te è la sfida più difficile da sostenere nel lungo periodo.
Ma.
Ma se vuoi scostarti dalla mera sopravvivenza non hai scelta.
Ne vale la pena?
Al momento lo ignoro bellamente. Appena lo capisco ve lo dico.
Promesso.
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