Sto vivendo questi ultimi mesi assorta in un silenzio interiore interessante. Se ci guardo dentro non trovo nulla di nuovo, ma stranamente sembra che i pezzi che fluttuavano qua e là abbiano trovato il proprio posto. Non dico che ci sia ordine, ma un certo-ordine sì. Non sono sorpresa, ma compiaciuta lo sono. In silenzio mi trovo ben ancorata – grazie al lavoro continuo e instancabile – a me stessa e il vento non mi infastidisce e non mi fa tremare.

Questa riflessione pare vaga e ridicola, mi rendo conto, ma fa capo a un sentimento che assomiglia molto a questo:

Bisogna fare tutto il bene possibile, amare la libertà sopra ogni cosa e non tradire mai la verità. 

Ludwig van Beethoven

In questi mesi ho saputo usare quegli strumenti, che in passato mi avevano creato danno, con accortezza. Questo mi ha fatto bene. Ho avuto fiducia cieca nel mio intuito, percorrendo vie che potevano essere vicoli senza uscita, invece no. Anche questo mi ha fatto bene.

In silenzio, non significa senza fare rumore.

Io non sono immobile, non sono muta e non sono inerme. Io sono rumore.

In silenzio, significa che il mio cambiamento non è così manifesto. Non ancora. Ci vuole tempo.

Scrivo questo perché stavo riflettendo su quanta poca cura consideriamo i cambiamenti di chi ci sta attorno, li guardiamo da molto distante e decidiamo spesso di ignorarli. Ci facciamo un torto, credo. I cambiamenti delle persone ci coinvolgono sempre, in modo diretto o indiretto, e dovremmo tenerne conto. Fidarsi e affidarsi diventerebbe meno rischioso. Quando dentro a un Essere Umano il cambiamento prende forma, il suo mondo interiore e il contesto in cui si muove creano qualcosa di nuovo. Qualcosa mai visto prima.

Quello che definiamo “cambiamento” non è detto che sia miglioramento né peggioramento, può essere semplicemente svelamento. Ciò che non si vedeva poi si vede. Ciò che non si percepiva si concretizza. Ciò che era in silenzio prende forma traducendosi in suono chiaro e pulito.

Ho fatto tre cose, in queste settimane, che hanno risuonato potentemente dentro di me sorprendendomi:

1. ho detto “Hai ragione, imparerò” (sorridendo), intendendo imparerò a gestire quello che mi hai mostrato,  a modo mio;

2. ho consegnato la mia visione a una manciata di persone che stimo, senza sapere come sarebbe stata ricevuta e senza preoccuparmene;

3. ho accettato la responsabilità come libertà e non come peso.

In silenzio possono accadere cose che ti portano oltre tutto quello che sei stato, senza bisogno che tu le controlli. C’è un’espansione alla base di questo accadere e certamente dello stordimento annesso.

Eppure, la possibilità diventa certezza se la tua verità non vacilla.

Questo mi fa bene.

Spero sia così anche per voi.

😉

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