(923) Pugno

Quello che si tira mi interessa particolarmente. Ne sto cercando uno bello forte da dare in faccia a tutti. Senza cattiveria, per una buona causa, giuro. Mi piacerebbe trovare quel pugno e confezionarlo per bene perché non credo ce ne sarà un altro a mia disposizione, comunque non ci sarà un’altra occasione per farne un altro di sicuro. Certe cose capitano una volta soltanto.

Mi ricordo bene i pugni che ho preso, non sono mai riuscita a prevederne neppuro uno. Questo fanno i pugni: arrivano non richiesti, ti prendono alla sprovvista e ti lasciano senza respiro. Non ti uccidono, o almeno non fisicamente, ma ci mettono un bel po’ ad andarsene. Un bel po’.

Ecco, quello che ho in mente io deve produrre un effetto benefico devastante. Prima deve lasciare senza respiro e dopo deve produrre buoni frutti. Lo so, un’ambizione pressocché irraggiungibile. Ma sento dentro di me che ci sono vicina. Molto vicina.

Non mancherò di coraggio, questo è certo. E se mancherò di tecnica dovrò chiedere aiuto, anche questo è certo. In realtà non lo penso come un pugno solitario, costruito soltanto da me, lo vedo più come un lavoro di un team. Il mio team. Li sto coinvolgendo in questo. Un po’ si stanno pure divertendo, spero.

Sarà un pugno memorabile. Questo deve essere.

E che accada ciò che deve accadere.

Mh.

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(328) Finestra

Mi piace affacciarmi alla finestra, anzi: alle finestre. Mi piace l’aria che respiro appena apro una finestra, fosse anche al piano terra, perché è diversa. Come se non fosse mia, la sto rubando all’esterno e ha un sapore migliore.

Mi rendo conto che certe assurdità una volta che le scrivi risultano vere e proprie idiozie, ma la cosa non mi spaventa quindi procedo.

L’aria che ho respirato ieri dal settimo piano sapeva di viaggio. Il vento era forte, come a volermi spingere via. Avessi avuto le ali mi sarei buttata. Ho questa natura ballerina io: dentro a una stanza posso volare, ma una volta fuori non mi volto, procedo dritta fino all’orizzonte. E poi faccio fatica a rientrare. Eppure dentro sto bene, so costruirmi un buon nido in cui vivermi, ma non riesco a smettere di guardare il mondo dalla mia finestra struggendomi di nostalgia.

Mi ripeto che va bene così, che non è per sempre, che ogni cosa ha un suo peso e un suo valore e che non si può avere tutto in contemporanea. Mi convinto anche, mai del tutto però. Resto ipnotizzata alla finestra, il vento vorrebbe spingermi oltre eppure so resistergli. Eppure la cosa non mi fa stare bene. Eppure quel vento, quel-vento, è un respiro che quando manca… manca e basta.

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