(666) Gabbia

Lavorare con le idee significa imparare a costruire astute gabbie che le possano contenere e nel contempo che permettano loro di crescere e svilupparsi senza sfuggire dai confini imposti.

Lavorare sulle idee significa che ti ci devi mettere dentro quella gabbia e condividere lo spazio con loro, se soffri di claustrofobia peggio per te. L’idea, in generale, respira sempre meglio di qualsiasi Essere Umano – è giusto che tu lo sappia.

Lavorare per donare agli altri le tue idee significa che a un certo punto devi uscire da quella stramaledetta gabbia abbandonando la tua creatura lì. Saprà essere forte senza di te? Saprà farsi valere? Saprà mantenersi compatta e al contempo crescere?

La gabbia è bastarda. Contiene, costringe, soffoca. E ripara. Ogni gabbia lo fa, ogni dannata gabbia lo fa. Maledette.

D’altro canto le idee sono ribelli guizzi, irrefrenabili risa, scatenate frecce, energia che non puoi tenere tra le mani e non puoi incatenare. Ingabbiare però sì. Come sia possibile lo si impara presto, lo sappiamo fare tutti: disciplina, coerenza, costanza, pazienza, capacità spiccata di problem solving. Le idee, in realtà, non odiano le gabbie perché sanno di averne bisogno altrimenti non si concretizzano. Non si arrendono alle sbarre, questo no, ma si fanno modellare e si rendono docili, malleabili, se trattate con rispetto. Sanno di come vanno le cose meglio di noi, meglio di me.

Le mie gabbie mi sentono nemica, ma ormai hanno capito che il mio sfinimento le vedrà vincitrici. Non ci voglio neppure pensare. ‘Notte.

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(286) Scomparire

È stato un pensiero fisso per molto tempo: scomparire. E come sempre accade quando vuoi davvero una cosa e ti alleni per ottenerla, ce l’ho fatta. Sono riuscita a scomparire ai miei stessi occhi. E il tempo l’ho occupato a studiarmi il mondo.

Sono sempre sorpresa quando qualcuno si accorge di me, mi obbliga a prendere in considerazione che sono visibile. Non è mai bello. Prima mi infastidisco e poi reagisco con un’intima risata. Trovarmi patetica mi fa ridere.

Fatto sta che saper scomparire ha comportato anche un lungo lavoro di comparizione. È stato durissimo. Veramente. Costringermi nel comparire è stato ancora peggio che costringermi ad ammettere che non sarò mai come Shakira. Quelle cose che ti fanno crescere di colpo e che eviteresti con piacere.

A parte queste divagazioni e nonostante ciò che si potrebbe pensare (specialmente giudicare), il saper scomparire/comparire è una delle cose migliori che posso vantare di avere acquisito nel tempo come pseudo-talento o giù di lì. Mi riesce sempre, mi riesca a comando e mi riesce nonostante me. 

No, non ho intenzione di insegnare a nessuno come si fa. Questa cosa la terrò per me finché muoio. Eh!

 

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