Ok, Romeo era un fake. Nel senso che è, invece, una bella gattona incinta e non lo stalker della mia Mei (che non sapeva più dove scappare). Tutto il film che m’ero fatta era frutto della mia fantasia malata. Bastava che guardassi a quella panciona che cresceva e magari un dubbio me lo sarei fatto venire. Ma non ci ho fatto caso. Non gli ho dato importanza.
Romeo non esiste.
E questa la dice lunga, lunghissima, su quello che succede al nostro cervello quando si fissa su un’idea e smette di guardare la realtà. Questo episodio si è verificato – componendosi step by step – negli ultimi due mesi. Quindi il mio film è durato per ben due mesi. Tutto quello che registravo erano dettagli che andavano a rafforzare la mia idea. Dettagli che decontestualizzati potevano tranquillamente essere letti a modo mio, ma che guardati meglio e messi in collegamento potevano dare una risultanza diversa, addirittura avrebbero potuto farmi notare che quella pancia conteneva delle piccole vite e che la micia aveva bisogno di entrare in casa e di essere nutrita almeno il doppio e che si scontrava con le mie gatte e non il gatto maschio (si ignoravano loro due). Insomma: la realtà mi ha dimostrato quanto so essere cieca e molto probabilmente idiota. Peeeeerfetto.
Come ho potuto appurare che Romeo non esiste e non è mai esistito se non nella mia testa, potremmo tutti fare altrettanto e smascherare enormi ed evidenti fake che ci passano sotto il naso tutti i sacrosanti giorni. Potremmo. Ma lo vogliamo? Ci converrebbe? Ce lo possiamo permettere senza perdere la faccia? Eh. Perché perdere la faccia rode a tutti. Proprio a tutti.
Allora preferiamo credere ai tanti Romeo che la nostra mente partorisce random piuttosto che darci una botta in testa e riappropriarci di un minimo di buon senso.
Per oggi ho dato, la mia botta in testa l’ho ricevuta. E mi sta pure bene.
‘notte.