Sarà la stanchezza, ma non riesco a uscirne. Mi sento come se la testa fosse imbottigliata e la bottiglia fosse stata lasciata al sole per tutto il giorno. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.
Sfogliando sul web in cerca di un’immagine che potesse accompagnare questo post, ma senza la benché minima idea di quello che ci avrei scritto qui dentro, mi sono imbattuta in questa: alghe verdissime e bacchette. Il pensiero è stato: sushi! Ma è fuori discussione al momento. E ora la mia testa continua a urlarmi sushi! sushi! sushi! e questa è ora la mia sola certezza.
[lo so, questo post sta diventando alquanto assurdo]
Però. Questo episodio che è per niente raro nei miei ***Giorni Così*** testimonia quanto io bazzichi la crazy-zone naturalmente. Apro il blog e scrivo. Nove volte su dieci senza sapere cosa andrò a scrivere. Un lusso che mi sono concessa, forse, per troppo tempo e che prima o poi dovrà pur finire (tranquilli, finirà presto).
Le immagini che scelgo di volta in volta hanno valenza diversa: o sottolineano il contenuto del post o si scollano totalmente dal contenuto del post o ci hanno a che fare in modo non troppo ovvio. A volte vengo ispirata dalle immagini, altre volte divento scema a trovare proprio quella che ritengo più opportuna per quello che ho appena scritto. Sì, non mi sono fatta mancare nulla in questi tre anni… la crazy-zone è casa mia.
Oggi va che la foto mi piaceva, la testa mi urla sushi! sushi! e io ho dovuto accondiscendere a una situazione surreale. Scrivo nello stordimento totale pensando pure di tenere ogni riga che mi esce dalla tastiera senza scusarmi con chi passerà di qui a leggere. Sarei perseguibile per Legge, me ne rendo conto, ma finché non mi prendono persevererò nel mio oscuro intento.
Comunque, al grido di sushi-per-tutti! ora me ne vado a letto.
さようなら [Sayōnara]