Far scrivere chi di solito non scrive è un’impresa al 99% fallimentare. Chi non scrive pensa di non esserne capace, in realtà più evita di farlo e più le sue capacità regrediscono. Scrivere è questione di allenamento, non solo della mano che scivola sempre meglio sul foglio, ma soprattutto dei pensieri che si rendono frasi corrette, logiche e semplici nella stuttura (perché chiare) pur se complesse nei contenuti (perché profonde).

Lo dico per esperienza personale, per quello che ho attraversato grazie al gesto dello scrivere durante i miei anni e per quello che ho imparato mentre insegnavo a bambini, ragazzi e adulti a sciogliere le proprie paure per lasciarne traccia sul foglio bianco con una penna (ovviamente).

Se lo fai con una tastiera va bene, ma fallo dopo che lo hai abbozzato su carta perché il risultato sarà migliore.

Questa mia convinzione – che è diventata granitica con il tempo – ha trovato pochi alleati rispetto a quello che mi auguravo, perché? Perché scrivere è faticoso per chi non è allenato. Esattamente come fare una maratona diventa un’impresa titanica per chi non ha costantemente impegnato il proprio corpo ad affrontare quel tipo di training.

Questa nuova campagna di Moleskine, si chiama “The Pen & Paper Campaign”, mi ha improvvisamente ridato fiducia negli Esseri Umani e nella capacità di ottimizzare le risorse per comunicarle con creatività ed efficacia. Lo sanno tutti che Moleskine è una sorta di dipendenza senza ritorno per i grafomaniaci (come la sottoscritta), quindi questa istituzione ha ideato una campagna che non si limita solo a un beneficio per il proprio business, ma – in linea con la sua Vision – vuole essere una guida per riattivare una pratica che sta per perdersi creando rovinosi danni alle persone e alla società.

Il pensiero ha bisogno di allenarsi, la scrittura è la sua palestra ideale.

Se pensate di non saper scrivere, allora pensate anche di non saper parlare perché il parlare è conseguenza del pensare e come pensate e parlate può essere riportato – tale e quale – sul foglio con una penna. Il punto è che vi spaventa rendervi conto che non sapete in realtà parlare troppo bene anche se lo fate continuamente, perché quando i pensieri formati dalle parole che nella vostra testa funzionano sono rovesciati sulla carta mostrano tutte le fragilità del caso: sono frammentati, poco logici, sgrammaticati, poco chiari…

Davanti a un foglio così disarmante mi spaventerei pure io. Avete ragione.

Ci sono andata giù dura, vero? Eppure… se adesso vi sentite offesi, ho colto nel segno. Nulla di male, è un ottimo punto di partenza per iniziare l’allenamento. Certo, ci vuole umiltà, determinazione e anche una solida dose di coraggio, altrimenti non vale la pena di mettercisi.

Quello che sto cercando di dire è che scrivere ti rende capace di fare di te un’opera d’arte. Si tratta di un work-in-progress e nel percorso ci sono giorni buoni e altri no, ma è un modo incredibilmente ricco di meraviglie e tirarsi indietro significa farsi un torto.

Cogito, ergo sum

Ci ha fatto presente Cartesio, ma se pensi e quando scrivi non riesci ad esprimere al meglio il tuo pensiero, forse il tuo pensiero non ti è così chiaro come ti racconti.

Ok, anche per questo lunedì ho finito

(non odiatemi troppo, se potete) 

😉

 

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