Questa estate per me è strana, soprattutto emotivamente. Le storie che incrocio (ovunque) mi lasciano dei segni leggeri che mentre scendono si depositano qui e là e diventano più evidenti. Non se ne andranno.

Visto che è una condizione benedetta, quando le cose scorrono senza traccia non è mai un buon segno, ho deciso di condividere qui tre di questi piccoli segni che prenderanno altre strade, strade che non conoscerò mai e che potrò immaginare facendo nascere altre storie. Funziona così tra gli Esseri Umani.

Piuma

C’è un’atleta che si sta allenando per un incontro di Yuan Wu Dao, non è proprio in forma perché durante un precedente scontro il legamento della gamba destra è stato danneggiato seriamente e ancora non è guarito. Non può usare tutta la sua forza, deve trovare un altro modo per raggiungere l’obiettivo: toccare l’avversario e fare punto (testa, torace o fianco). Il suo Maestro la fa allenare con le piume, le fa alzare dal pavimento e queste danzano davanti a lei ognuna con la sua traiettoria soffice. Se le calcia con la forza, l’aria le allontanerà. Se le accarezza, le potrà domare. Lei ne individua una, all’altezza del suo viso, alza la gamba e la tiene sospesa lasciando che la piuma le si appoggi sul collo del piede. La tiene lì immobile, fermando il tempo, sospendendo la sua forza per gestirla e calibrarla affinché la piuma raggiunga il Maestro che le sta di fronte. La forza si esprime in un altro modo, nella sospensione e nel tocco.

 

Crescendo

Questa violinista non è dotata di un talento spiccato, quello che fa è praticare ogni giorno amando strenuamente il suo strumento e la musica che è la sua consolazione. Non immagina per sé stessa una carriera da solista, premi e riconoscimenti, ma si pone degli obiettivi a sua misura e con disciplina si impegna a raggiungere il massimo risultato che può. Nessuno pensa che anche questo sia un talento, lo vedono come un patetico tentativo di arrancare dietro ai propri sogni, o meglio illusioni. A un certo punto si dichiara sconfitta, si rende conto che tutto il suo amore non può bastare a contrastare le umiliazioni che sta subendo. Si era chiesta troppo e ora deve rinunciare perché suonare il suo adorato violino non la rende più felice. Lo annuncia ufficialmente alle persone che per anni l’hanno vista determinata e motivata e ognuna di loro si sorprende e si rattrista. Si domandano perché. Lei non dà spiegazioni, la mortificazione è già all’apice e la stima per sé stessa ha già raggiunto il fondo. “Quando raggiungi il punto più basso sentendoti piccolo e inutile, è lì che inizia il tuo crescendo”, una persona vicina le dice. Un altro orizzonte compare.

crescèndo ger. (di crescere) e s. m., invar. – 1. Didascalia musicale che indica il graduale aumento d’intensità dall’uno all’altro suono di un passo musicale, abbreviata spesso in cresc. o ridotta allo speciale segno. 2. fig. Aumento progressivo d’intensità: un c. d’applausi, di urla, di fischi; la gara si svolse con un c. entusiasmante.

 

Mancanza

Mi sono imbattuta in questo pezzo e non ne conosco la storia. L’ho ascoltato e ne ho immaginata una, così come faccio sempre, così come fanno tutti. In un secondo momento ho letto i commenti che compaiono nella pagina e ognuno di loro mi ha colmato delle mancanze di percezione a modo proprio, senza saperlo, aggiungendo il suo racconto. Mentre li leggevo mi è comparsa davanti una parola: liberazione. 

 

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