(1069) Settembre

Ricordo che lo scorso settembre mi lamentavo proprio qui (e dove se no?) che l’autunno era fottutamente in ritardo. Ebbene, stamattina il tempo è talmente autunnale da far paura. Presa di sorpresa non ho con me il mio giubbino, ho però l’ombrello, ombrello che se continua così si rovescerà su sé stesso da come tira.

Faccio presente che trattasi di vero temporale, con i tuoni e i lampi e i fulmini e la pioggia… autunno. Quindi mug extra-large di guaranà bollente davanti a me, computer acceso e ben settato nel mio blog (qui) e pensieri che vanno lenti, per carburare ci vorrà ancora un’ora buona.

Tutto questo è autunno. E autunno significa che le zanzare e le mosche moriranno tutte o se ne andranno altrove (e vi auguro di bruciare all’inferno, maledette!). Significa che non si soffocherà dall’afosa umidità lacustre, ma che si soffrirà di reumatismi (eh, mica è una stagione perfetta l’autunno, bisogna prenderne atto).

Tutto questo è rassicurante. Non lo so perché, ma per me è rassicurante. Forse perché sono un’abitudinaria? Però le mie abitudini me le tengo strette pure nelle altre stagioni, quindi questo aspetto non penso sia determinante. Forse perché non sono un tipo solare? Ecco, questo conta, conta parecchio di sicuro. Forse perché l’estate mi fa svogliata e distratta e mi detesto quando sono così? Sì, decisamente.

Ok, estate 2019 è stato bello, ma ora si va avanti e con altri ritmi, quindi prepariamoci a essere più scattanti e focalizzati, c’è un sacco di lavoro da fare e soprattutto… tante mug fumanti da godersi.

Buon settembre a tutti!

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(723) Autunno

Chi mi conosce lo sa: per me l’autunno entra tassativamente il 1° di settembre. Tassativamente, ripeto. Non me ne frega nulla cosa dice il calendario e l’equinozio e tutti gli studi fatti sulla Terra e quel che le compete. L’Autunno per me arriva con il 1° di settembre, ergo: è in fottuto ritardo!

‘Sto caldo che non passa, ma cosa aspetti a toglierti di torno? Vogliamo proprio ridurci all’ultimo minuto come al solito? Eh?!

Perché l’Autunno è uno stato mentale più che una stagione. Significa iniziare un lento e progressivo ritiro in se stessi. Ricominciare a concentrarsi su quello che abbiamo dentro anziché quello che c’è fuori. Ecco, questa condizione mentale è la mia preferita. Poi se ci metti che le giornate si fanno tiepide (tiepide non torride!) e che le passeggiate diventano più dolci, cos’altro mi serve per anelare a un anticipo d’entrata della mia attrice preferita? Nulla. 

Va da sé che io non sia proprio una persona particolarmente legata al calendario e ai suoi ritmi (ho usato un tono eufemistico, si percepisce?). Se non fosse che il resto del mondo ci tiene tanto a ricordarmi l’arrivo del Natale, Capodanno, Pasqua, Ferragosto, io glisserei serenamente sopra ogni evento deciso da umani che non sono io. Mi danno fastidio pure i sabati e le domeniche, tanto per fare un esempio. Dirò di più: tollero a malapena le stagioni. Certo, tutto bello, per l’amor del cielo, ma il cambio armadio è la perdita di tempo più esagerata che si sia mai vista – anche più del guardarsi il telegiornale. Rimango legata affettivamente alla primavera, perché è l’eterno stupore della rinascita che si mostra ovunque ed è come un incantesimo, ma gli estremi stanno diventando troppo estremi (estati torride e inverni polari) e, specialmente dopo gli ultimi infernali mesi, l’Autunno anticipato è diventato a tutti gli effetti un diritto mica un vezzo!

Ok, credo di essermi sfogata a sufficienza. Mi rimetto in attesa.

Tic-Toc-Tic-Toc-Tic-Toc…

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