(1086) Kleenex

Vanno via come le caramelle. Una volta che hai sulla scrivania una di quelle confezioni carine che ti fa spillar fuori i fazzolettini uno dopo l’altro è finita. Si perde il controllo. Le ciliegie a confronto perdono appeal perché loro sono lassative, ma i Kleenex no. Vittoria su tutta la linea.

Mi piacerebbe individuare nelle mie competenze quella che può produrre effetto Kleenex, mi risolverei la vita. 

Dovrebbe essere utile, morbida e a portata di mano. Facile da applicare a un target trasversale e che lasci un buon ricordo. Eh. Sono convinta che esiste in me questa competenza, che è più indole che frutto dell’esperienza, ma non avendo mai fatto analisi approfondita sull’argomento ancora mi è nascosta alla vista. Ci ho pensato adesso che ho posato lo sguardo sui Kleenex che ho posizionato esattamente sulla scrivania davanti a me, accanto al monitor. In evidenza, senza clamore. Stanno lì, e si offrono senza jingle né balletto, consapevoli che prima o poi io allungherò la mano e ne prenderò uno per usarlo. 

Forse se questo pensiero mi fosse venuto prima a quest’ora sarei altrove a fare altre cose. Forse non m’è venuto prima perché c’era scritto che avrei dovuto trovarmi qui e non altrove. Forse m’è venuto ora perché da qui in poi potrei aver bisogno di un superpotere per farmi arrivare in un luogo che ancora ignoro, a fare qualcosa che manco mi so ancora immaginare. Forse sono solo pazza e sto perdendo il controllo dei miei pensieri. Po’esse’.

Vabbé, però non è che mi viene un pensiero come questo e posso fare finta di niente. Sono condannata a pensarci per l’Eternità, o almeno fino al momento in cui non scoverò davvero il mio Kleenex-Power da mettere a buon frutto. Come se non avessi abbastanza cose da fare! 

Ho bisogno di dormire. Vado.

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(676) Brugola

Sicuramente le istruzioni di montaggio Ikea non sono opera di una donna, mancano di senso pratico. Il fatto che manchino anche di proporzioni è un’aggravante, certo, ma la giustificazione è che sono svedesi e il loro senso dello spazio è decisamente diverso dal nostro – basta farsi un viaggio fin là per capirlo, paesaggio spettacolare con spazi enormi (cosa che qui manco riesci a sognarla).

Con questa premessa ora mi butto nel puro elogio del fai-da-te, che non mi entusiasma forse come dovrebbe, ma che in questi due giorni mi ha dato soddisfazioni.

Davanti a istruzioni fatte alla carlona, riuscire a montare – rigorosamente lavorando in coppia, come dalle istruzioni ti viene consigliato, pena di vederti sbriciolare irrimediabilmente il tuo lavoro in due secondi netti (crack – crack) – ben due scrivanie con sedia è una bella soddisfazione. Lasciamo stare i dettagli (tipo il tempo impiegato e i bestemmioni profusi) per non guastarci la festa, la consapevolezza di aver ritirato fuori dopo anni certe capacità manuali e – diciamolo – intellettive è un bel goal.

Cioè, lo sapevo che ce la potevo fare anche se eravamo due donne costernate davanti a viti, pezzi di legno senza nome, fogli con disegni ridicoli, ma il pensiero che fosse al di là delle nostre capacità non ci ha mai sfiorato. No, cari, non è presunzione, è tenacia con l’aggiunta di una certa fiducia nella precisione Ikea. Partivamo da un presupposto inamovibile: Ikea ti mette a disposizione i pezzi che ti serviranno – tutti – niente di più e niente di meno. A questo punto bisognava soltanto individuare i pezzi disegnati (ma mettici sopra un adesivo numerato, perdio!, ci vuole tanto?), e con la vite giusta, la brugola giusta, la pazienza giusta… procedere.

Mai dubitare, neppure dopo due ore di concentrazione, magari fatti una pausa, ma non dubitare altrimenti è la fine e devi chiamare qualcuno ad aiutarti e l’umiliazione sarebbe troppa. Nonostante il caldo di un agosto impietoso, nonostante la stanchezza, nonostante il nervosismo, nonostante tutto: sempre avanti.

E alla fine ce la fai. CE-LA-FAI. Non è che sei in procinto di costruire l’Empire State Building, non è che ci è voluto un genio per disegnare ‘ste scrivanie, non è che soltanto un montatore professionista potrebbe montarle. De che stamo a parla’? Ogni dubbio, ogni insicurezza lasciamola a dopo. Concentrazione e determinazione. Prima capisci come deve funzionare e poi esegui. Calma e gesso.

E alla fine ce l’abbiamo fatta.

Yeppa!

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