Davanti a me ho una pila di libri che devo leggere. Devo leggere perché l’ho deciso io, quindi non me la posso prendere con nessuno. Davanti a me ho anche il mio benamato Kindle che contiene almeno duecento ebook dagli argomenti più disparati e superinteressanti che ancora non ho letto, scelti e comprati dalla sottoscritta che si prende ogni responsabilità del caso.
Per leggere tutto avrei bisogno di almeno tre vite oltre a questa che sto vivendo.
Ho almeno una ventina di articoli che devo scrivere (perché lo voglio fare io, ovvio) per il mio sito e ho tre storie (significa tre romanzi lunghi) che non mi lasciano in pace e mi chiedono di uscire dalla testa. No, essere me non è semplice.
In tutto questo, le mie giornate si riempiono di progetti, pensieri, opere e giri su me stessa per capire dove andare e cosa fare per prima. E ho almeno una ventina di film che voglio vedere e altrettanti che voglio rivedere. Poi ci sono le due nuove attività di cui parlavo qualche post fa che voglio introdurre nella mia vita e la prima di queste ormai è già pronta e da domani si comincia!
Insomma: sono sempre stata così. Ormai so che faccio così di continuo, senza posa, sempre. E se per caso mi viene la febbre e non ho voglia di fare niente mi sembra che il mondo mi cadrà sopra seppellendomi viva perché inattiva e impegnata a piangermi addosso. Sì, essere me non è semplice.
Il paradosso? Eccolo: sono talmente annoiata di essere me che chiamerei un walk-in qualsiasi per farmi divertire in qualsiasi modo io non conosca. Pensa un po’ come sono messa.
È quasi la metà di agosto, fa un caldo porco, il sole preso oggi mi ha fatto alzare la temperatura corporea di mille gradi e… ora mi guardo un film.
Cia’