(1047) Noia

Davanti a me ho una pila di libri che devo leggere. Devo leggere perché l’ho deciso io, quindi non me la posso prendere con nessuno. Davanti a me ho anche il mio benamato Kindle che contiene almeno duecento ebook dagli argomenti più disparati e superinteressanti che ancora non ho letto, scelti e comprati dalla sottoscritta che si prende ogni responsabilità del caso.

Per leggere tutto avrei bisogno di almeno tre vite oltre a questa che sto vivendo.

Ho almeno una ventina di articoli che devo scrivere (perché lo voglio fare io, ovvio) per il mio sito e ho tre storie (significa tre romanzi lunghi) che non mi lasciano in pace e mi chiedono di uscire dalla testa. No, essere me non è semplice.

In tutto questo, le mie giornate si riempiono di progetti, pensieri, opere e giri su me stessa per capire dove andare e cosa fare per prima. E ho almeno una ventina di film che voglio vedere e altrettanti che voglio rivedere. Poi ci sono le due nuove attività di cui parlavo qualche post fa che voglio introdurre nella mia vita e la prima di queste ormai è già pronta e da domani si comincia!

Insomma: sono sempre stata così. Ormai so che faccio così di continuo, senza posa, sempre. E se per caso mi viene la febbre e non ho voglia di fare niente mi sembra che il mondo mi cadrà sopra seppellendomi viva perché inattiva e impegnata a piangermi addosso. Sì, essere me non è semplice.

Il paradosso? Eccolo: sono talmente annoiata di essere me che chiamerei un walk-in qualsiasi per farmi divertire in qualsiasi modo io non conosca. Pensa un po’ come sono messa.

È quasi la metà di agosto, fa un caldo porco, il sole preso oggi mi ha fatto alzare la temperatura corporea di mille gradi e… ora mi guardo un film.

Cia’

 

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(562) Kindle

E chi l’avrebbe mai detto. Chi? Io no di certo.

Io che guai a chi mi tocca un libro. Io che anche se il libro l’ho letto e non mi è neppure piaciuto faccio una fatica boia a lasciarlo, a darlo in prestito. Io che se devo scegliere tra un libro e un vestito, scelgo di spendere i miei pochi soldi nel libro, cascasse il mondo, a costo di girare per un mese con gli stessi indumenti addosso. Chissenefrega, abbasso-la-moda-evviva-la-cultura!

Ecco, io – la stessa io di cui sopra – mi sono regalata anni fa un Kindle, perché non potevo più snobbarlo, dovevo per forza capire perché quella cosa fosse così apprezzata. Dovevo, per una questione di onestà intellettuale. Quindi, dopo i necessari passaggi per registrarsi e memorizzare la carta prepagata (rigorosamente, perché va bene fare danni ma una regola ci vuole), eccomi lì a scegliere dalla enorme vetrina di Amazon qualcosa che potesse interessarmi. Ok, inutile andare oltre, confesso che ho nel mio Kindle circa 600 libri e che ne ho letti soltanto 200. Confesso che quando mi arrivano le superofferte del giorno, due volte su cinque, se non ci fosse Bezos che mi avverte che quel libro l’ho già acquistato nel 2001 io me lo ricomprerei di nuovo – la cosa peggiore? Anche se me lo sono già letto perché non me lo ricordo manco pe’ niente.

Detto questo, negli ultimi mesi mi sono comperata una ventina di libri cartacei che sto leggendo alla faccia del mio povero Kindle. Sì, lo so, sono una brutta persona, ma se i libri non ce li ho davanti al naso io me li dimentico. Mi devono proprio guardare in faccia e dirmi “Ao’ sto a fa’a muffa!” e allora io accorro e provvedo. In tutto questo e nonostante tutti i miei limiti, affermo con forza che io AMO il mio Kindle e che appena finisco ‘sta pila sul comodino me ce metto sotto con la lista quasi-infinita che c’ha dentro dei libri spettacolari, giuro.

Mi basterà questa vita o ne devo prenotare un’altra?

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