(1084) Crepuscolo

Scende la luce e scende il giorno che si corica sul selciato aspettandosi un po’ di silenzio. Ma il silenzio parla comunque, specialmente a chi non ha voglia di ascoltare. E il silenzio parla di scelte fatte e non fatte, quelle azzeccate e quelle che sono state un disastro. Le scelte disastrose son quelle che fanno più casino, riducono il silenzio in briciole.

Quindi una sta lì ad ascoltare e si arrende al fatto che i conti non tornano, che dovrebbe stare bene e invece no. E si domanda perché no. E comincia a scandagliare il passato e trova tutte le magagne del caso (siamo tutti pieni di sporcizia nascosta sotto il tappeto che dovrebbe scomparire e invece si sedimenta). E non è che hai sempre voglia di star lì a pulire, è sceso il giorno anche per te e tutta la stanchezza del Creato.

Non si sa il perché, ma è al crepuscolo che la polvere si alza. Aspetta di avere tutta la tua attenzione per materializzarsi davanti ai tuoi occhi che si stanno chiudendo ben sapendo di non poter avere riposo. Le cose si squagliano assieme alle motivazioni e ti rimangono in mano tristi rimasugli di conseguenze. E che te ne farai mai di tutta quella roba? Boh.

La si mette sotto al tappeto, ovviamente. Strato su strato. Potrai mai perdonartelo? Il tuo essere quella delle scelte sbilenche, delle motivazioni da torero, delle posizioni granitiche su pavimenti scivolosi. Potrai mai perdonartelo? Al crepuscolo puoi. Sì, perché ne hai piene le palle di giudicare ogni pensiero e ogni passo che hai fatto nel corso di tutta la tua esistenza e meno male che la memoria ti oscura buona parte del vissuto altrimenti non ne usciresti viva.

Ecco: l’intenzione è di uscirne viva. Una volta focalizzato l’obiettivo si fa in fretta a prendere una direzione e – senza guardarsi troppo indietro – si taglia diritto per di là.

Se’… ti piacerebbe. Dai, non ci credi neppure tu. E smettila di ridere!

 

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(821) Famiglia

Dovrebbe essere il nostro rifugio, il luogo prediletto, dove poter essere noi stessi sicuri di essere accolti in ogni momento e accettati in ogni circostanza. Dovrebbe, ma non tutti sono così fortunati. Io lo sono.

In famiglia si impara a relazionarsi con la gerarchia, con le regole, fondamentali passi per inserirsi in società. In famiglia si impara a dosare il linguaggio, a mitigare il nostro comportamento, a chiedere scusa e ad accettare le scuse di chi ci ha ferito (più o meno volontariamente). In famiglia si impara la compassione, si assorbono valori come il rispetto e persino la stima. Si fa i conti con la nostra capacità di comprendere gli altri e noi stessi, di capire le situazioni, di risolvere i problemi e chiedere aiuto, oltre che dare aiuto.

In famiglia si impara a stare ognuno al proprio posto, specialmente a tavola, a sistemare le proprie cose in modo che non diano fastidio agli altri, a pulire quello che altri hanno sporcato come gli altri puliscono quello che noi sporchiamo. In famiglia si impara che a un certo punto puoi anche urlare e far valere le tue ragioni quando pensi che ti si sta facendo un torto. Non rischi l’amore di nessuno, non rischi botte né umiliazioni. Al massimo qualche broncio per qualche settimana. quando particolarmente pesante ci sta pure la punizione a tempo determinato.

In famiglia impari a ridere assieme agli altri e non alle spalle di qualcuno o a spese di qualcuno. In famiglia impari ad ascoltare e a tenere la bocca chiusa quando i grandi parlano. A volte devi dire signorsì, altre devi metterti in tasca l’orgoglio, la pigrizia, l’indolenza. Così si fa quando si vive insieme, ci si vuole bene, ci si guarda le spalle gli uni con gli altri. Si fanno tanti errori, vero, ma mai così definitivi da ritrovarsi soli.

In famiglia ci sono sorrisi e abbracci, anche non detti, e ci sono spesso perché l’amore è fatto di questo. In famiglia va così, non è sempre uguale, ci sono alti e bassi e giorni proprio storti. In famiglia si vive così, un po’ si programma e un po’ si improvvisa, e si sbattono le porte, si rompono le palle e le si riattacca per quieto vivere. In famiglia c’è sempre un mondo, composto da tanti mondi, che si trasforma cambiando colori oltre che stagioni.

Le famiglie sono così. Quando non sono così iniziano i guai.

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(513) Contrasto

Una volta ho letto (da qualche parte e non so davvero dove) che i contrasti, ovvero le resistenze che uno incontra vivendo, forgiano lo spirito. In qualche dannato modo, questa cosa mi è entrata nel cervello modellando la mia capacità di tenere botta, tanto che la mia tecnica di assorbimento e trasformazione dei conflitti è diventata notevole. Non ho mai pensato che questa affermazione potesse essere solo una parte della torta, perché in fin dei conti questa fetta della realtà era un aiuto per affrontare quello che stavo affrontando, ovvero: un mondo zeppo di ostacoli da superare. 

Certo che di tanto in tanto m’è balenato il pensiero e-se-non-fosse-tutto-lì?, ma non l’ho mai percorso fino in fondo perché sapevo che era ancora una strada scivolosa per me. 

Oggi, dato l’ammontare notevole di contrasti che ho affrontato nel mio quotidiano vivere, posso affermare serenamente che mi sono rotta le palle. La teoria del forgiarsi grazie ai contrasti non mi serve più. Oggi preferirei mangiarmi il resto della torta, quella più dolce, quella che parla di contrasti appianati per pattinaggio liscia sul ghiaccio solido… non so se rendo.

Oggi va così. Ecco.

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(240) Bowling

Mi piace giocare a bowling e anche se non ci sono andata spesso, mi sono accorta che ci gioco continuamente. A ragion veduta, proprio continuamente.

Allineo i miei bei birilli in fondo alla pista, scelgo con cura la palla da tirare, prendo la mira bilanciando il peso del corpo (per quanto e come posso) e via. Non faccio strikes da campione (quando li faccio, certo è una gioia), ma tiri indegni neppure.

La metafora del bowling la sento felice, c’è tutto in un gesto che sembra niente. So che è così che va, quando sembra niente è la volta che ti trovi immerso nel tutto. Mano a mano che invecchio trovo sempre più difficile considerare le cose un niente, anche se il tutto mi sovrasta sempre un bel po’.

Mi trovo saggia quando mi accorgo di certe cose.  Certamente, e soprattutto, presuntuosa. Ebbé, mica ho detto Illuminata!

 

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