(631) Balsamo

Il buon vecchio Manzoni definiva la benevolenza un balsamo, ovvero un rimedio portentoso contro la sofferenza. Ognuno ha il suo, alcuni ne hanno più d’uno. Bisogna ammetterlo: un rimedio portentoso contro la sofferenza non è cosa di tutti i giorni. Balsami che abbiamo la potenza di rimediare a certe abominevoli ferite non sono facili da trovare. E più li cerchi e più questi ti si celano.

Non è che ‘sto pensiero mi stia portando molto lontano, credo di essere troppo stanca perfino per riflettere – anche se le dita sulla tastiera vanno dove sanno andare perché hanno ormai vita propria. In momenti come questo, a fine giornata, quando la giornata è stata intensa come quella di oggi ho solo voglia di buttarmi a letto e dormire tutte le ore che posso. Potrebbe essere che in questo periodo il mio balsamo sia il sonno?

Allora ben venga! Ci sono montagne di sonno perso che mi devo scalare, un mese non basterebbe. Le cose più ovvie sembrano quelle meno importanti, non ho mai capito il perché. L’ottusità umana – che appartiene anche a me – è un mistero, oltre che una vergogna. Ci vorrebbe un balsamo per guarire la vergogna o l’ottusità? No, non ora, non riesco neppure a tenere gli occhi aperti, figurati se riesco a tenere collegate le sinapsi.

Buonanotte a chiunque si sia fermato qui per leggermi, mi scuso, ma stasera meglio di così proprio non riesco a fare. Davvero.

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