Scrivere accontentando le curiosità dei lettori vs. Scrivere seguendo le personali curiosità. Un bel dilemma.

Questa settimana faccio un esperimento: mi affido ai Google Trends e parlerò di una manciata di questi a ruota libera. A chi interessa? Credo a nessuno: né ai miei lettori né tantomeno a me. Parità perfetta.

Non nascondo che mi sono infilata in un ginepraio, questo tipo di contesto fa uscire il peggio di me (sì, metto le mani avanti).  A ogni modo so che alla fine di questa sfida mi ritroverò più nervosa (di certo), ma anche più forte (ahahahah!).

#Argentina-Australia

Partiamo con i Mondiali. E partiamo male, per diverse ragioni. La prima è che i Mondiali del Qatar non li seguo e non li seguo perché l’Italia non gioca, perché il calcio non mi coinvolge più di tanto, perché si tengono in Qatar. Se le prime due ragioni hanno spiegazioni cristalline già da come le ho scritte, sulla terza due cose le direi. Le donne in quella zona del pianeta (zona allargata ovviamente agli stati del Medio-Oriente) stanno vivendo una vita infernale proprio in questi mesi, grazie a regimi che notoriamente le considerano meno che bestie che si possono tranquillamente macellare senza trovare la minima resistenza da parte del resto del mondo. Nello specifico quel resto del mondo che sta seguendo le manfrine di un evento che è risulta urticante e decisamente disgustoso. Nel contempo c’è una guerra in corso. Non in fanculandia (situata dall’altra parte del mondo), ma a 4.952,4 km esatti (circa 56 ore di viaggio in auto, traffico permettendo, Ucraina-Qatar). Credo che certi festeggiamenti (o anche quelle lacrime cocenti sui volti dei tifosi delusi da un risultato ingiusto) siano vergognosi. E non me ne frega niente se the show must go on, sarebbe ora di farlo fermare ‘sto cazzo di show e prendere in mano situazioni che non possono più essere ignorate. Non devono più essere ignorate.

Quindi cosa facciamo? Aboliamo i mondiali di calcio? Non necessariamente. Da niente a tutto ci sono diverse soluzioni dignitose da poter adottare. Basta usare un po’ di creatività.

E la coscienza, santiddio!, la coscienza!

#Bake Off Italia 2022

Non lo seguo, ma lo trovo comunque un programma piacevole (ok, fino a pagina due, lo anmmetto). A questo punto, avendolo trovato come Google Trend del giorno ho scoperto che lo ha vinto lui: Davide Merigo.

Ecco, sapere che Davide ora potrà realizzare i suoi sogni non può che farmi piacere. Davvero.

Francamente partecipare a una gara come questa non mi passerebbe mai per la testa, come non mi infilerei mai in un reality – tanto per dire – quindi di questo argomento riesco a menefregarmi in modo totale e senza rimorsi.

E non è vero che siccome scrivo di mestiere allora dovrei per forza scrivere di qualsiasi cosa mi passi sotto il naso. No. Scrivo e posso scrivere dignitosamente di ciò che mi interessa. Ci sono milioni di cose che mi interessano, di cui potrei scrivere pagine e pagine pregne di senso e magari perfino utili. Ci sono altrettante milioni di cose che non mi interessano e che non muovono la mia penna neppure se venissi pagata per farlo.

Scegliere significa affermare la propria libertà, bisognerebbe ricordarlo anche quando sono in ballo cose piccole che sembrano nulla. Scegliere è la chiave di tutto.

#Pelé

Chi non conosce Pelé? A chi non dispiace saperlo alla fine del suo viaggio? A tutti. Anche a chi del calcio se ne frega. Non mi sorprende, quindi, che sia stato oggetto di ricerche considerato che le sue condizioni di salute si sono aggravate. Mi fa certo più piacere sapere che le persone si interessano a lui, piuttosto di vederle googolare Kanye West (che ieri era il più cercato di tutti sul web). Mi chiedo sempre se sia soltanto curiosità o se quel tipo sia davvero al centro dei pensieri di persone cerebralmente ordinarie (come me per intenderci). Voglio dire, sto navigando per riempire una mezz’oretta di noia/relax e tra tutte le cose di cui potrei essere intrigata decido di fissarmi su di lui. Se mi succedesse, mi augurerei di avere accanto qualcuno che prontamente mi dia una mazzata in testa per risvegliarmi almeno un paio di neuroni.

Comunque sia, mi sono stancata. Non lo farò più. Non andrò più a spulciare i fucking-google-trends per trovare ispirazione, non mi fa bene alla salute.

Posso, invece, continuare imperterrita a puntare il mio sguardo su quello per cui scrivere diventa motivante, nutriente, salvifico (almeno per il mio acciaccato cerebro).

Mi scuso di avervi rubato tempo prezioso e avervi fatto sorbire ‘sto esperimento del cavolo. Non succederà più. Promesso.

Prima di andare vi lascio questo… perché di coraggio ne ho avuto, ammettetelo dai!!!

 

Alla prossima settimana!

 

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