La frase proverbiale “chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati” fotografa così bene quello che facciamo quotidianamente. La saggezza non è qualcosa che passa di moda, è un’ancora sempre a nostra disposizione. Rassicurante e… fastidiosa. Non ti fa dire: non lo potevo immaginare. Tutto è già stato vissuto, immaginato, sperimentato e raccontato. Facciamocene una ragione.

La pubblicazione di questo post mi è slittata via dalle priorità perché ho sopravvalutato la mia capacità nel tenere testa a tutto quello che affollava la mia To-Do-List e mi sono ridotta ora (proprio ora 17:56) a fare l’unica cosa che non viene pagata, non viene richiesta, non viene attesa, ma che faccio regolarmente perché voglio farla.

Questo la dice lunga non soltanto sul quanto io stia lavorando, ma anche sul come. Questo come non può andare bene, non mi fa bene. Su questo come intendo ristrutturare le mie prossime settimane.

Fare il Bianconiglio non è divertente, è snervante.

Questo post di fine giornata, molto probabilmente non verrà letto come gli altri (del lunedì mattina), ma non importa. Potrebbe suonare come una lamentela fatta a chissà chi, o un esame di coscienza del tutto inutile, in realtà è un modo per condividere quello che credo sia esperienza di molti: vivere in urgenza perenne, non prendersi i respiri necessari e pretendere che la propria creatività sia sempre scoppiettante.

Che storia ci stiamo raccontando?

Quando i buoi sono scappati ti conviene avere un piano a portata di mano per recuperarli al più presto.

O con calma.

Ecco, con calma. Le cose che richiedono tempo per essere fatte bene sono parecchie. Far presente che mentre fai le cose c’è bisogno di quel tempo, è premura che parla di quanto quelle cose le vogliamo fare bene.

Forse dire no quando ti viene richiesta la consegna per ieri, è soltanto giusto.

E pubblicare questo post a fine giornata è comunque una pessima idea.

Non succederà più.

 

 

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