Anni fa mi venne chiesto di fare tabula rasa per quel che riguardava la mia idea di scrittura (e anche della mia scrittura). Stavo iniziando il mio percorso alla Scuola Holden (due anni di Master in Tecniche della Narrazione) e per permettermi di imparare tutto quello che mi veniva chiesto di imparare avrei dovuto mettere da parte (addirittura dimenticare) tutto quello che sapevo sulla scrittura e sul mio scrivere.

Come se dovessi dimenticare me stessa, chi ero stata fino a quel momento. Mi sembrava impossibile. Lo credevo profondamente ingiusto, persino pericoloso.

Ce la misi tutta, non fu facile. Non sapevo più se credere a quello che sentivo o a chi cercava di insegnarmi il suo punto di vista su cosa deve o non deve essere l’Arte della Scrittura. 

Ultimando il mio secondo anno di Master, la sera della consegna dei diplomi, andai a salutare il mio Maestro che aveva avuto gli occhi su di me per tutto il percorso (a mia insaputa). Mi disse che era orgoglioso di me, di come mi ero dedicata a ogni corso che avevo seguito e di come avevo spinto oltre i limiti che conoscevo fino ad allora il mio scrivere.

Mi disse: “Aspetto tra tre anni di leggere il tuo romanzo. Ora vivi più che puoi”.

Credo fosse l’unico consiglio di cui avessi veramente bisogno. L’unico consiglio che io abbia mai voluto e saputo seguire, forse perché arrivava dall’unico Maestro che si sia mai preso la briga di guardarmi per quella che ero: non una scrittrice, ma una che era alla ricerca di sé stessa.

Fare tabula rasa di quello che penso di sapere è sempre una cosa estremamente faticosa per me, ogni volta temo di perdermi in qualche luogo oscuro laggiù in fondo senza più ritrovare l’uscita. Non è mai successo, non ancora, forse non è una cosa così pericolosa come ho sempre temuto.

Dopo qualche anno dal diploma, scrissi il mio primo vero romanzo e lo portai al mio Maestro. Lo accolse con un sorriso, e mi bastò.

Ad ogni modo capii meglio la lezione quando lessi questa storia, circa una decina d’anni più tardi. Me ne sono ricordata oggi, non so neppure io il perché, ma ho pensato fosse bello condividerla con voi, quindi eccola qui (non sapevo ci fosse la versione audio fedele al testo):

Buon lunedì

🙂

 

PS: Il Maestro è Alessandro Baricco e nessun altro lo ha mai scalzato dal suo posto, chi mai potrebbe?

 

Vai all’articolo precedente ——–> 

Torna in homepage per scegliere altri articoli da leggere —————>