Il corpo umano ha una sua pressione interna ed è soggetto a una pressione esterna costante, qualcosa che ci spinge dentro e qualcosa che ci spinge da fuori. Il nostro corpo sta in piedi nonostante queste pressioni: ergo siamo davvero un miracolo in movimento.

Ci ho pensato oggi, dopo aver lavorato con una donna che sta scrivendo la propria storia, la storia di una vita che deve essere ridotta all’essenziale, a qualche pagina. Mentre ricordava e raccontava si stupiva di quanto fosse stata “priva di carattere” durante la sua giovinezza, incapace di alzare la voce e di far valere le proprie ragioni. Io mentre la ascoltavo mi domandavo: come ha fatto questa donna ad attraversare tutto questo senza perdere il cuore? Il carattere non le è mai mancato, anzi. Lo stava facendo lavorare in silenzio, per proteggere le persone care che le stavano intorno.

La pressione esterna, quella che ci spinge e ci comprime, dentro al nostro corpo e dentro alla nostra mente, dipende da contingenze che non possiamo controllare e da situazioni che non abbiamo scelto, che ci sono state consegnate dal Destino. Possiamo reagire, al massimo, ma mai nel pieno delle nostre potenzialità e – sicuramente – mai davvero liberamente.

pressione /pre’s:jone/ s. f. [dal lat. pressio -onis, der. di pressus, part. pass. di premere]. – 1. [l’atto, l’azione di premere, di esercitare una forza sulla superficie di un corpo e, anche, la forza stessa così esercitata: fare una forte p. su qualcosa; alla p. della mano, la porta cedette] ≈ (ant., lett.) pressura. ‖ spinta. 2. (fig.) [spec. al plur., azione insistente con la quale si cerca d’influire sulla volontà altrui per ottenere qualcosa: ho subìto delle pressioni perché rifiutassi l’incarico] ≈ insistenza, raccomandazione, sollecitazione, spinta. 3. (fisiol., med.) [la forza esercitata dal sangue circolante sulle pareti elastiche dei vasi sanguiferi].

Gli standard a cui dobbiamo conformarci, come fossimo dei prodotti in serie, ci provocano frustrazione e rabbia togliendoci lucidità. Ci sentiamo inadeguati, colpevoli di non performare come ci viene imposto. Nessuno sfugge al meccanismo diabolico, nessuno ne esce incolume.

stàndard s. m. [dall’ingl. standard ständëd, che è dal fr. ant. estendart «stendardo»]. – 1. Livello, grado, tenore normale: lo s. di vita di un paese, di una famiglia; s. culturale, professionale di una categoria; nello sport, il grado di rendimento normale di un atleta: andare, essere al di sotto del proprio s.; ritornare al proprio standard. 2. Modello, tipo, norma cui si devono uniformare, o a cui sono conformi, tutti i prodotti e i procedimenti, tutte le attività e le prestazioni, di una stessa serie: fissare uno s., attenersi agli standard.

 

E poi.

E poi qualcosa si rompe. In quel preciso momento (non è mai un istante, spesso può volerci un’eternità) mandi al diavolo tutto e riprendi il controllo di te.

Mai indolore, mai privo di conseguenze, eppure salvifico. Quel momento segna la tua rinascita.

Gli standard non si applicano all’Anima. La pressione non è una condizione gestibile sul lungo periodo. Non siamo tenuti a tollerare, non siamo tenuti al silenzio quando sentiamo il bisogno di urlare.

Siamo tenuti a vivere onorando – ogni giorno – la nostra vita.

E sia!

😉

 

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