Gandhi ha detto che la serenità è quando ciò che dici, ciò che pensi e ciò che fai sono in armonia, credo oggi di poter essere d’accordo con lui. O almeno è questo quello che sto vivendo, quindi lo sento come possibilità reale. Quando si augura serenità a qualcuno, se ci si attiene a questo significato, l’augurio è molto concreto e sicuramente potente perché proattivo.

La serenità non ti cade dal cielo, è una condizione che ti obbliga al movimento. Ti ci devi impegnare, insomma.

Augurare la serenità a qualcuno non riguarda solo quella specifica persona, ma anche tutte quelle che gli stanno attorno e quelle con cui ha e avrà a che fare. Bello vero?

Molto meglio che un augurio di felicità, secondo me. Più utopistico e vago. Non l’ho mai preso sul serio. Il Felice Anno Nuovo dei bigliettini è un nascondiglio per chi ci tiene poco a te e a come ti andrà. Meglio un felice anno nuovo che un ti venisse un accidente, ovvio. Però è facile star lontano da chi ti vuol male, più difficile da chi di te se ne frega, non te ne accorgi finché la situazione fatidica non ti toglie il velo dagli occhi.

Quindi, detto questo, ti auguro che la serenità sia per te un obiettivo vicino e facile da raggiungere. Che sia la porta aperta capace di introdurti a quel campo fiorito a te destinato, ricco di opportunità e benessere. Che sia lì con te ogni notte prima di addormentarti, per accompagnarti di sogno in sogno, e con te ogni mattina, perché un complice del genere ti fa superare qualsiasi fastidio e malumore.

Voglio per te qualcosa di concreto-tangibile-reale. Qualcosa di cui essere orgoglioso. Qualcosa che ti rappresenti pienamente quando ti muovi tra gli altri, quelli che fanno fatica a stare in equilibrio.

Così potrai insegnare loro come si fa.

Facciamo che sia così, allora.

Viviamoci questo 2025 come si deve, come ci meritiamo!

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