“Book of Dreams”, ovvero: come ribattezzare il solito catalogo per farlo diventare cool. Sembra un’operazione banale, ma non sottovalutiamola troppo perché funziona. E quelli di Argos non è che abbiano azzardato poco, si tratta pur sempre del Natale e tutto quello che ci si può augurare è riuscire a farsi notare un po’ di più rispetto al resto che viene buttato sul mercato creando un putiferio incredibile.

Cos’hanno quindi pensato? Semplice: anziché spingere sulle offerte, spingiamo sulle possibilità. Tu puoi aprire un qualsiasi catalogo di qualsiasi Store ti venga in mente e troverai prodotti ammiccanti contornati da lucine e sberluccichii e sceglierai tra quelli che sono alla tua portata, e se sei davvero fortunato tra quelli che desideri sul serio.

Apri il libro dei desideri e punti il dito: voglio questo.

Funziona così per tutti, ma anche se è oggettivamente il passaggio più delicato (che trasporta il tuo desiderio fino al tuo indice) lo si dà per scontato. Accadrà, quindi passiamo oltre.

No. Argos zoomma esattemente quell’istante e lo amplifica. Tira fuori dalla discografia un pezzo storico degli anni ’80 (“Don’t you (forget about me)” dei Simple Minds, al tempo giovanissimi) e fa esplodere l’energia.

 

 

Batteria. Ritmo. Cucina che si anima con effetti speciali. Papà che si vive il suo desiderio giovanile picchiando con le bacchette.

Basta così? No, diciamo che siamo soltanto a metà. Manca un pezzo: la figlia adolescente compare in scena e lui le chiede di raggiungerlo sul palco. Doppia batteria, in due si suona meglio, in due è davvero spettacolo. Ormai lo stage è completo e davanti a loro c’è una folla in delirio.

 

Dream Accomplished.

 

È Natale, va bene, ma non è quello il punto. Il Libro dei Desideri è quello che resta. Quello che ci ricorderemo.

Bel colpo Argos!

 

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