Questo argomento mi diverte tantissimo, ti consiglio di praticare questo esercizio almeno una volta al giorno perché innalza enormemente la tua autostima. Si tratta di notare quante volte nell’arco di 24h la realtà ti impone di cercare altre vie per arrivare dove vuoi tu, a fare quello che ti serve di fare o andare dove devi andare. Perché una giornata dove tutto scorre liscio non esiste. Se ti capita di viverla è perché gli imprevisti si sono già esplicitati prima tutti insieme o si stanno preparando per darti il colpo di grazia, magari domani. Oh, non lo dico io, succede e basta.

Esempio? Un paio di mesi fa un tornado da paura si è abbattuto sul Lago di Garda, è passato sopra casa mia e si è scatenato in paese. Alberi secolari attorno a Salò (e anche quelli in centro) sono stati divelti e si sono trovati rovesciati sulla strada provinciale. Questo evento ha procurato una settimana di disagi a chiunque si volesse/dovesse spostare su quella strada (l’unica che collega i paesi disseminati sulla sponda bresciana del lago). In ognuno di noi si è scatenata la vena creativa: bypassare la coda trovando sentieri ancora inesplorati pur di arrivare entro le 12h a destinazione. 

Io? Niente. Dopo aver fatto tre ore di coda soltanto per tornare a casa ho deciso che evitavo di bazzicare da Salò a Riva per qualche settimana. La mia creatività sa fin dove spingersi, magari soltanto un passo prima dall’esaurimento nervoso, ma quel passo vale più di mille gocce di Lexotan.

Però, durante la settimana appena trascorsa ho saputo:

  • risolvere un problema relativo al ModSecurity di questo sito che mi bloccava ogni pubblicazione (nessuno che mi conosce avrebbe mai scommesso su un esito positivo, neppure io);
  • posizionare in modo strutturato una serie di cuscini che mi permettono di non addormentarmi in posizioni letali mentre guardo Netflix a letto (la mia schiena mi è profondamente riconoscente, è stata dura ma ce l’abbiamo fatta);
  • distrarmi in modo convincente davanti all’infermiera che mi cercava la vena, senza trovarmela e bucandomi random, senza svenire (si tratta di proiettarsi nel futuro prossimo come se il prelievo fosse già avvenuto e ti stai dirigendo al bar per prenderti il meritato caffè).

Grazie a tutto questo sono ancora viva.

Grazie

🙂

[proseguiamo ora]

Noi ci portiamo addosso questo ingegno inespresso con troppa disinvoltura. Non va bene. La creatività, alla fine dei conti, è soltato un modo diverso di fare le cose. Che ti impone di guardare quelle cose in modo per te insolito, altrimenti non troverai le soluzioni. Per riuscirci devi concederti il beneficio del dubbio, del tipo: “E se, invece, facessi così…”.

Devi saper prenderti molto sul serio, ci devi credere.

 

Da questi presupposti iniziano le storie interessanti, quelle che possono anche cambiare forma ma mai la sostanza. La sostanza è: sopravvivere con stile.

I nostri sforzi sono focalizzati sull’arrivare a fine giornata vivi, come è sempre stato, ma ci siamo dimenticati che il gioco può essere anche divertente se diamo valore al nostro ingegno. Piccole soddisfazioni, ma anche grandi soddisfazioni quando ti accorgi che sei abbastanza vecchio da poter raccontare un milione di piccole storie autobiografiche senza battere ciglio.

Quante delle nostre storie si sono perse soltanto perché non le abbiamo considerate degne di essere raccontate?

Questo TEDtalk mi ha fatto fare il giro del mondo, Essere Umano dopo Essere Umano, immaginandomi tutto quello che può essere andato perso e tutto quello che anche se viene perso non se ne va, resta in qualche modo attorno a noi.

Ci sono porte aperte ora, nella mia mente, che a varcarle finirei per perdermici.

Rimando a domani.

Oggi potrei non voler tornare a casa.