Google che spiega sé stesso e spiega anche me (a me stessa), mi sembrava una buona idea. Ogni giorno Google si sforza di attivarmi i neuroni rimasti e non posso più fare finta di niente perpetrando questo stato di ingratitudine (la mia coscienza non me lo permette).

Quindi affrontiamo la questione oggi, qui, ora!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stamattina accendendo il PC la schermata si è aperta con queste opzioni:

Non so perché Google pensa che me ne freghi qualcosa di Cooper Flagg o della Premier League (un azzardo, senza dubbio), maturità/cucine/pacemaker/venditemiart/api potrebbero anche essere argomenti per scriverci un articolo (il mio mestiere è sempre in pole position) eppure quello che la variabile umana fornisce come feedback resta ancora un mistero affascinante.

Se  valutiamo quale sia la sostanza del mio stato mentale, al mattino prestissimo, e vediamo che porte mi aprono e quali mi si chiudono in modo (quasi) inconsapevole, il risultato si fa interessante. Un caso-studio che potrebbe rivelarsi utile per chi si occupa di marketing, perché io sono l’utente-tipo che naviga in cerca di chissà-che-cosa e quindi aperto alla meraviglia (poetico, vero?).

Ordunque (manteniamo il tono alto), quali link ho scelto di aprire stamattina? Perché? Che cosa ne ho ricavato?

Questo è stato il mio percorso:

Scorrendo fino a fondo pagina ho iniziato dalle ultime proposte, mi sono fermata dapprima dove mi è suonato il campanello d’allarme, dove un pericolo poteva riguardarmi (Keylogger) poi, con un po’ d’ansia non esplicita, mi sono spostata di curiosità in curiosità… appena mi si è spenta mi sono fermata. Mezz’ora volata via! 

Prima di aprire il mio amato Trello, ho fatto un respiro profondo e mi sono chiesta: come stai Babs? E la risposta è stata: ok, tutto ok. Mi ero quasi dimenticata della Keylogger (articolo letto per primo), ma ricordavo la stazione in 3D e l’immagine del cimitero dei frigoriferi, la bellezza del rododendro e una sensazione fastidiosa rispetto alle paure degli europei e di certi uomini che scappano quando innamorati (forse per la vaghezza di argomenti che se non vengono calati nello specifico sono utili zero, dal mio punto di vista).

Fatto sta che questa sono io. Io che sono attratta da questo e non da quello, io che assorbo questo o quello, io che traduco in sensazioni questo o quello, io che processo quanto ho ricevuto, io che ricordo o dimentico, io che – senza accorgermene – mi sono “riempita” di cose senza sapere quanto avrebbero fatto bene o male al mio “stare” qui oggi. Per tutto il giorno.

Sono riuscita a farti capire dove voglio andare a parare?

Ogni giorno siamo posizionati in prima linea davanti a un mondo reale e virtuale, vero e fake, leggero e pesante ecc. e scegliamo. E assimiliamo. E cambiamo (pensiero e azione). E forse non ce ne rendiamo conto.

Invece dovremmo.

 

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