Ho iniziato a scrivere tutti i giorni sulla mia moleskine nel 1999. Tutti i giorni da allora, almeno una pagina. Ho sei casse archiviate, la settima si sta riempiendo.

Non rileggo quelle vecchie pagine di me, probabilmente non mi serve farlo anche se pensavo il contrario. Ho iniziato per non perdere nulla di quello che mi accadeva, ritenendo tutto prezioso. Questa convinzione ce l’ho ancora, infatti la mia pratica di scrittura quotidiana privata è ancora attiva e non penso smetterò fino a che la mia mano avrà la forza di far danzare la penna sui fogli rigati.

Prima di adottare moleskine come depositaria dei miei pensieri utilizzavo altri quaderni, poi soltanto lei. E qui sta il punto: la fidelizzazione è avvenuta con successo. Nonostante il prezzo non proprio a buon mercato e nonostante io stia – in contemporanea – utilizzando anche altri prodotti simili per i miei progetti professionali. Nel privato, ancora, soltanto moleskine.

Forse perché la scrittura è una questione di abitudine. Forse perché io associo fortemente la mia scrittura a un ambiente conosciuto, senza sorprese, comodo, minimal e mio.

Quando scrivo non ho spazio per occuparmi di altro, la mia attenzione è totalmente assorbita dal gesto che sto compiendo.

Mi sono imbattuta nella campagna dell’azienda su Instagram e mi sono scoperta sorridere. Buon segno. Ne ho fatto degli screenshot perché penso sia perfettamente in linea con tutto quello che vive dentro una moleskine:

 

 

Certe ossessioni vanno conservate, a mio parere.

Ecco perché fa piacere leggere queste parole sul loro sito:

“Ogni taccuino Moleskine è un libro ancora da scrivere e una storia che attende di essere raccontata.”

Ci sono oggetti che smettono di essere soltanto prodotti per trasformarsi in una parte di te.

Bello, no?

 

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