Viviamo in uno stato di perenne disturbo e questo non ci fa bene. Non ho ancora capito se non ci fa bene perché non ce ne accorgiamo o perché ce ne accorgiamo sempre un istante troppo tardi.

disturbo s. m. [der. di disturbare]. – 1. a. [l’essere d’impaccio] ≈ intralcio. b. [ciò che ostacola] ≈ difficoltà, fastidio, impedimento, intralcio, noia, ostacolo. c. [ciò che distoglie noiosamente] ≈ fastidio, (fam.) grana, incomodo, molestia, noia, pena, problema, (fam.) rogna, (fam.) rottura, (fam.) scocciatura, seccatura. ● Espressioni: levare (o togliere) il disturbo ≈ [→ LEVARE (2)]. 2. [leggera irregolarità o disordine nelle funzioni organiche: d. di stomaco; d. nervoso] ≈ acciacco, malanno, malessere, noia, problema. ↑ male. 3. (tecn.) a. [perturbazione del normale andamento di un fenomeno, del regolare funzionamento di un dispositivo o di una macchina e sim.] ≈ difetto, disfunzione, problema. b. (telecom.) [perturbazione che impedisce una buona ricezione] ≈ interferenza, rumore.

Il disturbo è quella cosa che quando ne leggi la definizione ti rendi conto che ti tocca, per quanto tu possa cercare di sfancularne cento il centunesimo ti tocca. Ti rendi conto anche che è l’origine di ogni drastica decisione a cui un umano può arrivare – letteralmente per sfinimento – a prendere: dal vado a vivere su un eremo e taglio con il resto del mondo al più frequente non rispondo ai tuoi messaggi perché non ne posso più di te. Arrivare all’apice del fastidio è facile: a goccia a goccia o in tempo zero (quando la pressione interna è già oltre il livello di guardia), ci si arriva se non si blocca la dinamica.

Tutto quello che ci mette in difficoltà è un disturbo? Non necessariamente. Deve esserci un motivo che la nostra mente riesce ad accettare (magari in vista di raggiungere un obiettivo importante per noi) per non considerare il disturbo come un attacco violento al nostro precario equilibrio nervoso.

Personalmente mi sono scoperta davvero una che se non presta attenzione si ritrova in balìa del disturbo/fastidio con una facilità imbarazzante in tempo zero.

Ho iniziato a farci caso quando mi sono dovuta fermare e togliermi dal mio quotidiano giro di giostra (stile criceto sulla ruota), dopo un paio di giorni bum! Guardami lì e guardami qui… chi sono, cosa sento e perché? Le peggiori domande che uno si possa fare, perché sono l’origine delle peggiori risposte che uno possa trovarsi in mano senza sapere che farsene.

Ci pensa il tempo a farne qualcosa, se glielo permetti.

Ne ho voluto scrivere oggi perché è iniziato il caldo infernale, ovvero il primo nella lista dei disturbi che possono far colassare il sistema nervoso di un essere vivente. Lo dico perché la nevrosi non è qualcosa che ci capita così all’improvviso, bensì un malessere che cresce piano piano piano e inesorabilmente.

nevrosi /ne’vrɔzi/ (o neurosi) s. f. [der. di nevro- (o neuro-), col suff. -osi]. – 1. (psicanal.) [condizione di sofferenza della psiche che si manifesta con ansia, irritabilità, fobie, ossessioni, compulsioni e, anche, disturbi a carico di determinati organi corporei] ≈ nevrastenia. 2. (estens.) [stato di tensione e di ipereccitabilità]

Fare pulizia nel marasma pressocché infinito di disturbi provocati dall’ambiente in cui viviamo, disturbi che ci martellano i nervi con continuità e con intensità diversa, può essere salvifico.

Per noi e per chi ci sta accanto.

Detto questo: buon lunedì (senza troppi disturbi).

 

 

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