Ci ho pensato su per un po’, ho deciso che no… non andrò a guardarmi Barbie al cinema. Il film sta sbaraccando ovunque (tranne in Asia e non si fa fatica a capire il perché), io come al solito sento dentro un urlo selvaggio che mi impone di starmene fuori. Lo so, qui entra in gioco la mia idiosincrasia per il trash, quindi non faccio testo… però. Però se mi trovo davanti a un monologo come questo, mi parte l’embolo.

 

È letteralmente impossibile essere una donna. Cioè dobbiamo essere straordinarie, ma in qualche modo noi sbagliamo sempre ogni cosa. Devi essere magra, ma non troppo magra. Non puoi mai dire che vuoi essere magra, devi dire che vuoi essere sana, ma devi comunque essere magra. Devi avere soldi, ma non puoi chiedere i soldi perché è volgare. Devi essere un capo, ma non puoi essere autoritaria. Devi comandare, ma non puoi schiacciare le idee degli altri. Devi adorare essere una madre, ma non puoi parlare dei tuoi figli tutto il tempo. Devi essere una donna in carriera, ma devi anche prenderti cura delle altre persone. Devi rispondere dei cattivi comportamenti degli uomini, il che è allucinante, ma se lo fai notare vieni accusata di lamentarti. Devi rimanere bella per gli uomini, ma non così bella da tentarli troppo o da minacciare le altre donne, perché ci si aspetta che tu sia parte della sorellanza, pur facendoti notare. E sii sempre grata, ma non dimenticare che il sistema è truccato. Quindi trova il modo di riconoscerlo, ma rimanendo pur sempre grata. Non devi mai invecchiare. Mai essere scortese. Mai darti le arie. Mai essere egoista. Mai cadere. Mai fallire. Mai mostrare paura. Mai essere sopra le righe. È troppo difficile, troppo contraddittorio e nessuno ti dà una medaglia né ti dice grazie. Anzi, alla fine viene fuori che non solo sbagli totalmente, ma che è anche tutta colpa tua. Sono così stanca di vedere me stessa e ogni singola altra donna fare i salti mortali tutti i giorni per riuscire a piacere agli altri. E se tutto questo vale anche per una bambola che rappresenta una donna, allora io non so più che dire.  [Gloria, nel film Barbie, interpretata da America Ferrera]

 

Lo neutralizzerò semplicemente: io, donna, non devo essere o fare niente di tutto questo. Perché siamo nel 2023, perché ho imparato a mie spese che tutto non si può essere/fare/avere, perché crescendo ho preso dimestichezza con il mio cervello, le mie capacità, le mie risorse e… udite udite…

Ora so gestirmi da persona adulta. 

Vediamo di prenderla da un verso che mi permette di esternare pensieri trasversali: non trovo liberatorio che qualcuno mi dica che in quanto donna sono imbrigliata e imbavagliata in quasi tutti i contesti relazionali, che me lo spieghino e me lo mettano in scena attraverso Barbie mi lascia del tutto indifferente. Un manifesto femminista che è evidente mezzo per creare business commerciali dei più disparati (leggi questo articolo) mi rende nervosa. Una storia che mi raccontasse come le donne sparse su terre diverse riescono a trovare dinamiche intelligenti che le fanno uscire dalla gabbia, questo vorrei. Perché voglio essere ispirata dal loro pensiero e dal loro agire per fare meglio, con più forza. 

Da donna so cosa significa essere una donna, lo si impara fin dalla nascita. Quello che nessuno osa insegnarti è come vivere senza condizionamenti nonostante il tuo essere donna. Lo impari con il tempo, sbattendoci la faccia e che presto succederà ancora e ancora e ancora.

Barbie, lascia stare. Occupati di altro, dai.

 

Io ne avevo almeno quattro, la mia preferita era Barbie Hawaii perché aveva i capelli lunghi e neri e la pelle ambrata. Ho giocato con le Barbie fino ai dieci anni, non me ne sono mai liberata. Mi piacevano perché erano belle, avevano tanti vestiti, le potevo pettinare e acconciare, erano adulte… lo sarei stata pure io un giorno. Così? No, certo che no. Ho mai voluto essere così? No, certo che no, anche se il diminutivo di Barbara è Barbi o Barby o Barbie, non ho mai avuto problemi di autoidentificazione. Invece, Pixee Fox sì, lei voleva essere quella bambola perfetta, e ci è riuscita dopo una valanga di interventi (immagino piuttosto dolorosi). Convinta e contenta.

Qui la questione diventa personale, molto personale. Non credo che Barbie abbia rovinato l’immaginario collettivo riguardo l’essere donna, lo ha piuttosto influenzato in modi diversi con conseguenze bizzarre e anche imprevedibili.

Billie Eilish ha aggiustato il tiro con il suo pezzo, mi ha riconciliata con le brutte idee che circolano riguardo questa bambola che mi ha fatto compagnia negli anni più belli. Quelli dove potevo inventarmi storie che nessuno ascoltava e che mi facevano sognare. Voglio che il mio ricordo resti questo.

E credo che la domanda che ogni donna si dovrebbe fare quotidianamente sia esattamente quella che Billie Eilish canta: what I was made for?/per cosa sono stata creata?

A seconda della risposta che ti dai, donna, la tua vita può cambiare.

Pazzesco, vero?

 

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