Qual è il tuo superpotere? Non rispondi? Non lo sai? Ci stai pensando? Stai valutando se rispondermi oppure no? Stai prima cercando di capire dove sto andando a parare? Hai lo scazzo e stai per mandarmi a quel paese? Stai sorridendo? Hai intenzione di rispondermi in modo ironico e confondermi le idee? Hai deciso di non rispondere?

Bene. Va tutto bene. Quando fai una domanda ti devi aspettare tutto e il contrario di tutto. Se fai una domanda, devi essere pronto a ricevere qualsiasi risposta e quando è silenziosa devi saperla ascoltare ancora meglio.

The struggle is real.

Il mio superpotere è la capacià di fare domande, dalle più idiote/assurde/folli alle più ovvie/banali/scontate. Sembra facile, ma non lo è. Sembra una cosa che possono fare tutti ma non lo è.

Non l’ho scoperto per caso, da piccola facevo domande come fanno tutti i bambini e ricevevo le risposte che ricevono tutti i bambini (compresi sospiri, sbuffi e scazzi degli adulti), da adolescente ne facevo di meno perché erano sottintese… il mio comportamento, ovvero l’azione, provocava delle risposte e quelle mi sembravano ben più vere delle parole che le persone erano disposte a darmi.

Partivo in buonafede ed era facile farmi credere ciò che non era. Amavo le storie e quelle sono terreno fertile per le menzogne, le reazioni erano sempre limpide, non c’era bisogno di spiegazioni, erano rivelatrici della natura di chi mi stava davanti.

Ho affinato l’arte di scovare le domande strategicamente efficaci grazie al mio mestiere. Le domande le ho testate prima su di me, le mie risposte le ho poi confrontate con quelle che ricevevo dal mondo che affrontavo di volta in volta, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Ora posso dire che era scontato che io fossi dotata di questo superpotere, ma l’ho realizzato soltanto dopo molto tempo che mi allenavo.

Ecco perché il risultato del mio lavoro non è paragonabile a nessun altro: ognuno di noi mette sé stesso dentro le domande che fa. Nessuno assomiglia a qualcun altro così tanto da poter fare le stesse domande. Nessuno. Quindi non c’è competizione.

Le domande aprono e chiudono, coprono e scoprono, minimizzano ed enfatizzano, allertano o rasserenano, ti mettono a tuo agio o ti provocano fastidio. Le domande segnano un percorso passo dopo passo oppure puntellano il cielo di scintille disordinate eppure…

Le domande migliori non contengono risposte. Le domande migliori non suggeriscono soluzioni. Le domande migliori non pilotano i tuoi pensieri.

Ti fanno traballare. Ti fanno sospirare. Ti fanno battere il cuore. Ti trasportano altrove per poi obbligarti a tornare.

Prima di rispondere devi fare un respiro mentre i tuoi occhi si staccano dal reale per vederci meglio.

Allora: tu che superpotere hai?

 

PS: “A domanda risponde” è la formula che si utilizza nei procedimenti giudiziari quando un testimone o una parte risponde alle domande formulate dal Giudice, impegnandosi a “dire tutta la verità” e a “non nascondere nulla di quanto a sua conoscenza”.

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