(598) Manipolare

Detto così è brutto, e a dirla tutta anche farlo è brutto, ma se agiamo entro un limite definito con precisione – quello del rispetto degli spazi mentali e fisici altrui – il verbo cambia e si trasforma in altro. Il nuovo verbo diventa meno brutale e – in certi casi – anche bello. La magia della manipolazione è ovunque.

Se con i gesti si può fare molto e causare anche molti danni, figuriamoci cosa si può fare con le parole. Quelle dette o scritte, quelle sottintese, quelle ripetute, quelle negate, quelle urlate o sussurrate… ce n’è per tutti i gusti. 

Lo facciamo tutti, lo facciamo fin da piccoli, lo facciamo perché vogliamo che le cose vadano come piacciono a noi e che le persone facciano quello che vogliamo noi e che nel farlo non creino fastidi. Obbedisci, punto. Chiunque neghi questa verità dovrebbe guardarsi meglio dentro. Non è che per questo siamo cattivi o persone orrende, siamo umani. Gli umani, quando non si sparano addosso, sono impegnati in un esercizio continuo di problem solving per poter avere a che fare gli uni con gli altri. Le soluzioni, quando sono “morbide”, ti evitano di rintanarti in un bunker prima di far esplodere l’universo umano che ti circonda. Semplice sopravvivenza. Nostra e dell’intera Umanità.

Manipolare è sinonimo di “viscido, sporco” nel nostro immaginario, ma in realtà il dizionario della lingua italiana allarga un bel po’ il suo significato:

manipolare v. tr. [der. del lat. manipŭlus, nelsign. mediev. di “manciata (di erbe medicinali)”] (io manìpolo, ecc.). – 1. a. [lavorare una sostanza plasmabile, o un impasto, trattandoli con le mani: m. unguenti] ≈ maneggiare, trattare. b. [ottenere una preparazione mediante l’impasto di vari ingredienti: m. acqua e farina; m. una torta] ≈ amalgamare, impastare, (non com.) malassare, maneggiare, mescolare, rimestare. 

Certo, poi c’è anche la seconda parte da tenere in considerazione:

2. (spreg.) a. [apportare modifiche abusive a una sostanza o un prodotto, spec. alimentare: m. il vino] ≈ adulterare, alterare, sofisticare. b. [adattare in senso favorevole a sé stessi, mediante imbrogli e intrighi: m. i risultati delle elezioni] ≈ alterare, (non com.) artefare, contraffare, falsificare, manomettere, truccare. c. (fig.) [indirizzare la volontà di qualcuno, spec. per trarne vantaggio: m. le coscienze] ≈ condizionare, influenzare, maneggiare, manovrare. ↑ plagiare.

Quindi, riuscire ad agire sul punto 1 (a, b) in modo attivo e produttivo e contemporaneamente riuscire a riconoscere quando si rischia di cadere vittime di un’azione del punto 2 (a, b, c) potrebbe essere la formula che ci salva davvero la vita. 

Basta saperlo, no?

 

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(472) Mappa

Evidentemente devo rifarmi la mappa. Sono cambiati i confini, sono cambiati i riferimenti, sono cambiate le strade, sono cambiate pure le cabine telefoniche dove fermarsi a chiedere aiuto. Va bene, sono cambiata io e la mia mappa obsoleta è diventata inservibile, devo buttarla.

Buttarla, però, mi fa male al cuore, e se poi mi dimenticassi di com’ero? Chi mi ripiglia più?

La piegherò con cura e la riporrò nel mio scrigno, quello che porta con sé più anni, quello che mi può capire meglio. La comprensione non è certo ancora in cima alla lista delle mie priorità, ma con gli addii serve tutto ed è lecito usare tutto pur di non soccombere.

Temo si tratterà proprio di una mappatura al millimetro, da cima a fondo e da fuori a dentro, non la scampo stavolta. Ho bisogno di capire cosa c’è, cos’è rimasto, e cosa non c’è più. Ho buttato un sacco di roba, e di quella mi ricordo, ma sono sicura che le altre cose perse ormai sono andate senza intenzione di ritornare e prenderne nota non sarà cosa leggera.

C’è di buono che la materia prima, seppur plasmata, ha ancora forma riconoscibile – almeno a me stessa – e questo mi basta. Me lo posso far bastare, ho imparato a fare cose ben peggiori sopravvivendo contro ogni previsione. Allora avanti, carta e penna, pennarelli per segnare i punti strategici con colori diversi – seguendo rigorosi criteri d’importanza. Le zone rosse rimangono off-limits? Vedremo. Le zone verdi rimangono spazi accessibili? Vedremo pure questo. Cercherò di non lasciarmi scappare troppe cose, ma sono certa che non riempirò tutta la mappa di dettagli futili. Ho imparato che andare per sommi capi, quando i sommi capi sono le fondamenta, va bene. Non per trasformare l’evento nella sagra delle banalità, ma per impiegare meglio l’energia che rimane.

C’è un tempo per ogni cosa, giusto? Bene, ora è tempo di mappa nuova. Via!

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