(747) Oggetti

Ogni cosa può essere un contenitore, così come di certo ogni persona è contenitore. Gli oggetti possono contenere ed essere contenuti, le persone è meglio se non si fanno contenere troppo – a mio avviso.

Il potere che certi oggetti hanno su di noi è impressionante, uno su tutti: le fotografie. Una foto come quella che ho scelto per questo post, che con me non ha nulla a che vedere, mi ha uncinato un ricordo. Mi sono rivista seduta in un teatro, al buio, ipnotizzata dalla danza di fine corso di bambine in tutù bianchi e scarpette rosa che non erano proprio leggerissime, ma sembravano felici. Io le guardavo e le vedevo belle e felici come fossero farfalle, avevo forse sette/otto anni. Volevo essere una farfalla anch’io.

L’avevo messo da parte questo ricordo, quasi non fosse importante, ma ora che l’ho attraversato con questa fotografia mi sembra fondamentale per raccontarmi, per rivedere chi sono sempre stata. E se guardo meglio mi riconosco meglio. E penso che dovrei smettere di guardare, ma non ci riesco. Un sortilegio che ti ruba l’anima (avevano ragione i Nativi Americani).

E davanti a me, ora, ho la pin di Jon Bon Jovi che era attaccata al mio giubbino di jeans di sedicenne, una candela enorme a forma di gufo che mi è stata regalata da un’amica, le barchette brucia-incenso che uso spessissimo, la moleskine dove scrivo quotidianamente… ogni cosa parla di me, qui. Potrei vivere senza? Sì, certo che potrei, ma mi sentirei un po’ persa e forse più vulnerabile.

Abbiamo bisogno di ancorarci a delle cose – piccole o grandi – per non volare via come farfalle. Anche se le farfalle sono belle e felici. Belle e felici.

 

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(279) Boomerang

Che le cose brutte fatte agli altri ritornino al mittente (e poi son cavoli amari), questo lo so fin da piccola. Me l’ha detto mia nonna e io a mia nonna ho sempre creduto ciecamente. Bon, si cresce così, con crudi e sani insegnamenti che una volta tatuati nella memoria non te li togli più. Un imprinting sacro.

Mi sono, però, sempre domandata perché per le cose belle fatte agli altri non funzionasse allo stesso modo. Se è una legge fisica allora va al di là del giudizio morale bene/male o giusto/sbagliato: fai una cosa agli altri e questa cosa – prima o poi – ritorna al mittente. Stop.

Se è fisica è fisica, se è legge è legge, e la legge è uguale per tutti – ci hanno detto e lo hanno anche scritto – invece no, non è così.

Fai del bene e dimentica, ecco un altro insegnamento della nonna. Ma come? Mi devo aspettare che il boomerang mi colpisca in testa se faccio una cavolata, ma non se faccio una cosa bella? Ma nonna! Non è giusto!

Risposta: non c’è niente di giusto a questo mondo.

Eh, e se lo dice la nonna, io le credo. La nonna, su queste cose, la sapeva lunga anche se neppure a lei questa legge fisica farlocca piaceva e forse proprio per questo non andava in chiesa ad ascoltare il prete predicare.

Certe cose ti rimangono tatuate nel cuore oltre che nella mente e scoprire quanto le assomiglio – ora donna fatta – mi riempie di orgoglio. Comunque, non vorrei risultare pedante, ma vi avverto: occhio al boomerang!

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