(1078) Piuttosto

Ho sempre pensato che offrire le condizioni migliori per far sì che una persona possa dare il meglio di sé sia la cosa giusta da fare. Lo penso ancora. Lo penso al 100%, credo sia l’unico modo per scoprire realmente la natura delle persone. È nel benessere, nella serenità che una persona si mostra davvero.

Quando si è sottopressione, quando devi sopravvivere, sei guidato dall’istinto e fai di tutto per cavartela in qualsiasi modo. Sorridi se sai che questo ti porterà beneficio, digrigni i denti se devi farti valere, insomma fai quello che devi fare per restare a galla, restare vivo.

Quando la tua vita non viene messa in discussione e sei tranquillo, allora e solo allora, decidi cosa fare e come reagire alle cose, alle persone, alle situazioni, in autonomia. Pensi e dici. Pensi e fai. Non hai interesse alcuno nel fare o nel dire, ti senti libero di agire e di mostrare chi sei e cosa vuoi perché sai che il tuo Essere non è minacciato e non viene messo in discussione.

La gentilezza è reale. La crudeltà è reale.

Quello che scopri delle persone quando si sentono intoccabili non ha prezzo. Il come rispondono a un gesto gentile o a un’aggressione ti dà l’esatta sostanza di quanto amore hanno dentro di sé e di quanto amore sono disposti a elargire al mondo che li circonda.

Ho le prove. Non mi sono mai sbagliata. E lo dico con tanta amarezza perché spesso è una sconfitta per aver riposto la mia fiducia dove non dovevo. Però il metodo funziona e ve lo consiglio fortemente. Meglio la verità, meglio avere ben presente la sostanza delle cose e delle persone, piuttosto che costruirsi una bugia e dannarsi l’anima per non farla sbriciolare miseramente al minimo sussulto.

‘notte.

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(728) Beninteso

Sono una persona ben educata, beninteso. Sono una persona paziente, beninteso. Sono una persona empatica, comprensiva e gentile, beninteso. Non considero la sensibilità una dote, è una caratteristica umana che si declina in mille sfaccettature e quindi lo siamo tutti, tutti estremamente sensibili altroché. Neppure l’essere solare mi pare una dote, è più che altro uno stato d’animo e io di solare ho veramente poco poco. Però quelle cose lì sopra so che sono proprio parte di me e che sono caratteristiche in parte naturali e in parte acquisite durante la mia infanzia perché ho avuto degli esempi splendidi da seguire.

Ecco, mi scoccia ammetterlo, ma queste qualità vengono prese, dai più, per debolezze. Vengono considerate un limite e ripagate, per lo più, con un viscerale e silente disprezzo.

Beninteso: essere come sono mi costa fatica, ma per mia fortuna ho una lista interminabile di difetti che equalizzano perfettamente l’insieme. La mia presunzione mi sostiene nel perseverare ad essere così come sono, la mia testardaggine mi incita a non arrendermi a quello che gli altri pensano di me, la mia autonomia mi aiuta a restare intera nonostante tutto. Sembrerà pazzesco, ma questi difetti che mi sono utilissimi vengono apprezzati ancora meno dei miei pregi. E qui potrei dilungarmi per ore con deliziosi aneddoti pittoreschi su come io sia motivo di grandi scazzi da parte del mio prossimo, ma non lo farò.

Vorrei solo soffermarmi su un punto cruciale della questione: potrei mettere da parte educazione, gentilezza, capacità empatica, pazienza, certo che potrei. Potrei ma non voglio. Decido di non farlo, ma è una decisione che potrebbe subire qualche cedimento, beninteso. E anche se decidessi di metterli da parte non scomparirebbero dal mio DNA, quindi in automatico non diventerei una persona cinica, maleducata, intollerante, rabbiosa. Non sarei né migliore né peggiore, sarei esattamente come adesso. Cambierebbe però la percezione che gli altri hanno di me. Sarei guardata con occhi diversi. Sarei ascoltata di più, sarei rispettata di più. Il mio modo di relazionarmi con gli altri sarebbe diverso e di conseguenza anche l’altrui modo di relazionarsi con me sarebbe diverso. Credo migliore, ne sono convinta.

Perché non lo faccio? Perché grazie al cielo ho i miei difetti che mi proteggono, che non mi permettono di adeguarmi al mediocre e sono (lo ricordo): la testardaggine, la presunzione, l’autonomia di pensiero. Quindi, oggi posso affermare tranquillamente che se lavorassi per mitigare i miei difetti, i miei pregi andrebbero a farsi fottere.

Beninteso, posso migliorare la gestione di entrambi, ma non posso inventarmi un’altra me. Però, ripeto: posso migliorare la gestione di entrambi. E, beninteso, lo farò. Sono qui per questo, è giusto dirlo. Sono qui per questo.

 

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