(800) Misurare

Sembra che tutto si possa misurare, vero? Sembra che non ci siano confini al pesare, al calcolare altezze e lunghezze e larghezze e vicinanze e distanze. Sembra che in questo modo riusciamo a tenere tutto sotto controllo. Se lo quantifico, se lo delimito in metri/grammi/minuti tutto diventa gestibile. 

Se ti misuro e tu misuri me non c’è modo di sbagliarsi. Tu esisti entro i confini della tua misura e io della mia. Ci teniamo d’occhio a vicenda, sappiamo dove sono i punti di inizio e i punti di fine l’uno dell’altro. Easy.

E le complicanze? Le variabili? I dissesti? Di tutto questo possiamo fregarcene, basta chiudere gli occhi, tapparsi le orecchie, girare le spalle, e tutto scompare. Tutto quello che esce dalla misurazione presa è come se non esistesse. 

Passano gli anni e quei confini si scopre che sono mobili, diventano sempre più claustrofobici, si restringono perché noi con gli anni lievitiamo, ci espandiamo, diventiamo più di quello che eravamo. Di più – sia in meglio che in peggio – perché siamo sempre una somma e mai una sottrazione di eventi, esperienze, dolori, gioie e varie ed eventuali. Più, mai meno. 

Tenersi aggiornati con le misure diventa una fatica, essere monitorati dagli altri per le nostre misure diventa irritante. Insopportabile. E allora cominci con gli scazzi, gli scarti, le finte, per sfuggire alla misurazione che in qualche modo, per qualche idiota motivo, hai sopportato fino a quel momento. E allora pensi che va bene se gli altri si limitano a misurarti anziché conoscerti, è un problema loro, non tuo. Tu puoi anche smettere di preoccupartene, puoi smarcarti dai righelli e dalle bilance, puoi ritenerti libera di  sconfinare e di farlo senza neppure aspettarti di essere compreso, senza neppure pensare di essere accettato per il tuo nuovo stato mentale. 

Puoi farlo, ormai sei grande.

 

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(358) Q.I.

Non ho mai fatto il test per paura. Scoprirmi Essere Microcefalo mi disturberebbe. Andrebbe a falciare quei pochi grammi di fiducia in me stessa che nei decenni sono riuscita ad accumulare.

Mi rendo conto che per certi versi il calcolo del quoziente intellettivo può rivelarsi utile, resto comunque perplessa sulle modalità di valutazione. Considerando che l’intelligenza è suddivisa in settori, bisognerebbe avere più Q.I. per una analisi accurata. Non lo farò il test, quindi il problema non sussiste.

Mi dispiace pensare, però, che a causa di un test qualcuno rischia di vedersi precludere strade interessanti, per studi o professioni, e di trovarsi obbligato a mortificanti aggiustamenti di ambizioni o sogni che potrebbero rovinarci la vita.

Capisco tutto, capisco anche che non ci fa bene illuderci di essere a 100 quando arriviamo a malapena a 25, ma credo che la vita te lo faccia capire prima o poi e che non servano precise misurazioni dei propri limiti per darsi una regolata.

Non lo so, lo trovo addirittura crudele.

Abbasso il Q.I.!!!

 

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