Non puoi fingere, non a lungo. Non puoi nasconderti, non a lungo. Non puoi mantenere alto il livello di rabbia, non a lungo. Non puoi rimanere gelido dentro, non a lungo.
I superpoteri della vicinanza sono devastanti. E lo sanno tutti. È per questo che chi non può sostenere l’intensità che si crea la rifugge come fosse la peste.
Ecco perché chi teme di sbriciolarsi, di farsi niente, mantiene distanze siderali tra sé e il mondo. Da lontano puoi fingere, puoi nasconderti, puoi essere fuori di te dalla rabbia, puoi restare gelido e inaccessibile. Di più, ancora di più: puoi scagliarti contro chi pensi sia debole, puoi muovere qualcuno o qualcosa affinché qualcosa o qualcuno venga distrutto, puoi sputare su tutto quello che nel tuo intimo vorresti ma che non sai ottenere, puoi mortificare, puoi ignorare, puoi far scomparire girandoti dall’altra parte.
Anche i superpoteri della distanza sono devastanti. E lo sanno tutti, ma sono pochi quelli che hanno il coraggio di scegliere l’altra via perché sicuri che questa sia la più sicura. Sicuramente è la più solitaria. La distanza fa morire anche chi pensa di gestirsela bene, di avere in mano il potere per farlo senza colpo ferire. La distanza non lascia nessuno vivo: nel corpo o nell’anima.
La vicinanza sì, prima ti devasta e poi ti ricostruisce. Pezzo dopo pezzo. La vicinanza potenzia l’amore e gli affida il potere. Lo sanno tutti, ma non tutti pensano di poter sopportare tutta quella intensità. Perché sentire, intensamente, la vicinanza di qualcuno è rendersi conto all’improvviso di non essere soli.
È un vero shock, non c’è che dire.