Bisognerebbe fottersene. Tutto quello che ci fa paura bisognerebbe metterlo in una scatola e basta. Una volta che hai individuato i tuoi mostri li metti al sicuro. Li convinci a starsene lì, tanto mica li puoi distruggere, quelli non se ne vanno. Quindi li metti al riparo. Uno scarto logico, nient’altro che un escamotage per non vivere nell’ossessione del adesso-muoio-nel-modo-peggiore-mai-immaginato-da-un-essere-umano-nei-secoli-dei-secoli-amen.
No, non sto inneggiando a fare lo struzzo nascondendo la testa nella sabbia. Questa è un’altra cosa. Si tratta soltanto di razionalizzare la situazione e ottimizzare l’energia.
In questo momento sto lottando contro un mio mostro, tiratomi fuori a forza dalle viscere da una persona. Cioè, non posso neppure scriverlo. Non ci posso credere di esserci cascata. Non riesco a capire perché sto dedicandoci energia e perché mi sento succhiare via la gioia da questa persona. Si tratta di un Essere Umano miserevole. Sul serio. Una persona che usa mezzi disonesti per raggiungere i propri obiettivi, passando sopra agli altri, è davvero miserevole. Ovvio che si andrà a schiantare da sola da qualche parte, farà tutto lei, non ci sarà bisogno di aiutarla. Andrà incontro a quel che si merita: il deserto. Ok, lo so, va bene, facciamo fare alla Giustizia il lavoro che è solo suo. Ottimo.
Il problema, però, non è la persona che mi sta causando l’ira funesta, il problema sono io che mi faccio prendere dall’ira funesta – santiddddio! Il problema è il potere che sto dando a questa persona, un potere che mi toglie la serenità. Allora mi chiedo: che mostro mi stai facendo uscire da ogni poro? Come lo devo battezzare? Se-mi-tagli-la-strada-ti-spacco-le-ossa? Passami-sopra-un’-altra-volta-e-ti-defenestro? Stammi-lontano-o-non-rispondo-più-di-me?
Perché una volta che nomini il mostro, il mostro perde forza. Si umanizza. Un dato di fatto, succede così e basta. Quindi si tratta solo di trovare il nome giusto.
Ci vuole strategia e buonsenso, quindi: bisogna ribaltare la questione, cambiare punto di vista, stravolgere la dinamica. E la cosa peggiore è che o lo faccio io o non lo farà nessuno. La miseria umana rimane miseria umana, da qualsiasi parte la si prenda, quindi da lì non si passa. Bisogna guardare altrove. Dove? Dentro. Me.
Riproviamoci. Mostro io ti battezzo: anche-se-ci-provi-con-tutte-le-tue-forze-non-avrai-la-meglio-vinco-io-perché-il-fair-play-non-è-un’-opzione-è-l’-unica-scelta.
Ok, nome un po’ lungo, ma esplicativo. E piuttosto esaustivo. Mi piace.
E, come dice il vecchio Jack Burton in situazioni come queste: “Basta, adesso”. [cit. “Grosso guaio a Chinatown”]