Stamattina mi sono svegliata con una delle mie solite domande idiote in testa, niente di strano. Eppure questa è la prima volta che ce l’ho, forse viveva in qualche parte del mio cervello da anni e non me ne sono mai accorta. Il che mi fa nascere un’altra domanda: perché mi è uscita proprio adesso?
Due domande per volta, però, sono troppe, quindi cercherò di rispondere alla prima e lascio la seconda da parte. La domanda, per quanto idiota, ha delle variabili interessanti, per questo la sto per scrivere, quindi: se dovessi scegliere un luogo in cui recarmi in visita, una sorta di pellegrinaggio spirituale, dove andrei?
Mi vengono in mente i tomi sulle civiltà Azteca, Inca e Maya, che mi divoravo da teenager. Sono ancora quei luoghi incredibili dell’America Centrale/Meridionale che mi fanno sognare, lo ammetto. Poi però ho recuperato tutti i miei studi sui Nativi Americani, e lì le praterie non si possono mica mettere da parte. E poi è uscito il deserto australiano e Le Vie dei Canti degli aborigeni e Uluṟu, qui mi sono dovuta soffermare un bel po’, lo ammetto.
Non saprei scegliere, anche perché nel frattempo (mentre sto scrivendo) mi passano davanti agli occhi immagini che ho potuto toccare con mano (dalla Scozia all’Egitto) e ci ritornerei in quei luoghi anche adesso. Istantaneamente.
M’è venuta una nostalgia maledetta.
Forse ho bisogno di scegliere una meta in cui recarmi soltanto per il fatto che mi sto muovendo. Forse è un viaggio solitario che ho bisogno di fare per estraniarmi dal mondo e basta.
Forse ho bisogno di scrivere.
Forse.
[e credo di aver risposto anche alla seconda domanda]