A nessuno fa piacere ammetterlo, ma abbiamo bisogno che le cose ci siano dichiarate. Nel bene e nel male. O bianco o nero. O su o giù. O dentro o fuori. Tutto quello che sta in mezzo ci fa stare in sospeso. Ci rende insicuri. Vulnerabili.
E ci viene l’ansia.
Il sollievo dato da un feedback positivo smaccatamente dichiarato è come una botta di vento che gonfia le ali e ti permette di librarti in volo. Quando arriva (come oggi) e lo puoi condividere perché appartiene a chi ha rischiato con te è una gioia incredibile.
Lo scoramento di un fallimento dichiarato, senza appello, è duro ma è salutare. Te ne fai una ragione e vai avanti, cercando di fare meglio. I “non-lo-so”, “non-mi-convince-pienamente” e compagnia bella sono la morte cerebrale aggrappata a un corpo intubato a cui non è permesso mollare. Agonia.
Quindi benvenga una dichiarazione senza giri di parole, senza false attenzioni, senza dire-senza-dire. Ci vuole coraggio per farle, è vero, ma ripaga sempre bene.
In tutto questo dichiaro che oggi (dopo quanto scritto nel precedente post) è andata talmente bene da non crederci e noi (tutti noi) siamo stanchi morti, ma assolutamente appagati dal nostro lavoro e dal feedback ricevuto. Che è stato diretto e senza possibilità di fraintendimento: avanti tutta che ora si fa sul serio!
Insomma: una bella dormita e si riparte.