Fare squadra non è un consiglio, non è neppure un’esortazione, è semplicemente vitale. L’ho capito con la mia proverbiale lentezza, ma appena l’ho assimilato mi sono vista cambiare. Il mio processo evolutivo è stato piuttosto faticoso e particolarmente ricco di fallimenti, impressionante la lista di esperienze catastrofiche legate all’argomento. Ho anche pensato, ad un certo punto, di essere io l’aliena e che bisognava che me ne facessi una ragione.
E poi.
Non so dire con precisione quando, ma c’è stato un momento di lucidità nel quale m’è parsa chiara la lezione: il lavorare in team è la via, scegliere con cura con chi lavorare in team è la soluzione. Ora che ne sto scrivendo sembra un’idiozia (l’ovvietà che ci si potrebbe anche evitare di evidenziare), eppure quando vivi una situazione frustrante all’interno di un team può non essere un problema che hai scatenato o fomentato tu bensì qualcosa che stai semplicemente subendo. Da lì, la disfatta.
Sì, perché se un team è tossico, i risultati che si ottengono non sono splendidi. Per nessuno.
Dall’istante in cui mi sono spostata dalla prospettiva barbara-centrica sono riuscita anche a sistemare la percezione di me stessa nel contesto lavorativo oltre che quello privato. No, non sono genericamente una disadattata, sono gravemente intollerante agli idioti, arroganti, spocchiosi e cazzari con cui mi è capitato di dover lavorare.
Da qui la rivincita.
Ho deciso che potevo ambire a un ambiente migliore, dove poter dare il meglio di me e ricevere altrettanto: il meglio delle persone con cui sto condividendo la stessa esperienza. Posso dire che ora è così. Esattamente questo.
Il fatto che si sia verificata la congiunzione astrale propizia affinché ciò potesse accadere è frutto di ricerca, dedizione, coraggio, determinazione e una percentuale importante di culo.
Lo dico perché quando si annega nella frustrazione sembra che tutto sia desolante, avvilente, demotivante, inutile.
Non è così, sembra così ma non lo è davvero.
E, forse, a volte basta che qualcuno ce lo ricordi per darci di nuovo la forza di riprovarci.
Quindi oggi lo scrivo per chi capitasse qui e ne avesse bisogno (in qualche modo).
Team Up!
(andrà bene, vedrai)
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