Quanto ci fa bene immaginare il futuro? Quanto ci fa bene restare ancorati al presente? Quanto mi fa bene invischiarmi in questo tipo di domande? Ai posteri… Troppo facile, vero? Siamo agli sgoccioli del 2024, una sorta di addio bisogna pur inventarselo. Che sia giusto, senza rancore.
Va bene, parliamo del futuro e di quello che ci immaginiamo sarà il nuovo anno… migliore, certo, perché non avrebbe senso aspettarsi il peggio. Eppure al peggio non c’è mai fine, dice qualcuno (qualcuno che affonda nell’amarezza).
[pausa torroncino, serve a evitare l’amarezza di cui sopra]
Essendo l’immaginare parte integrante del mio lavoro quotidiano, tendo a non farla diventare pratica tossica per quel che riguarda la mia realtà. Non ho mai immaginato il mio futuro, l’ho progettato. Che non significa necessariamente programmarlo, semplicemente abbozzare una sorta di piano. Cose veramente basic del tipo: a gennaio inizio a fare questo e a febbraio concluederò quest’altra cosa… e via dicendo. Vado a spanne.
Non mi fa bene immaginare il mio futuro, non sono brava a maneggiare la delusione. Mai stata.
In tutta onestà, immaginare mi viene meglio se non sono coinvolta in prima persona, quando si tratta di me non so mai se sia un modo di chiudermi o di aprirmi alle possibilità. Siamo esseri contradditori, noi umani. Abbiamo bisogno di chiuderci per proteggerci e di aprirci per non impazzire… ovvio che poi le cose si incasinano, come fa l’Universo a capire cosa gli stiamo chiedendo?
Cosa succede se ci concentriamo soltanto sul presente, quindi? Raggiungiamo il Nirvana del qui e ora, dicono. Non credo sia alla mia portata, però. Preferisco volare bassa, non sono una predestinata (e lo dico con un certo sollievo), devo solo fare del mio meglio finché sono qui.
I miei ora sanno essere esaltanti e deprimenti a fasi alterne, senza discontinuità nella loro discontinuità. Un certo talento in questo senso ce l’ho, lo riconosco.
Il mio ora è fatto di cose da fare, pensieri da trasformare, è molto attivo, un movimento che quando va in stallo è per resettarsi e ripartire. Mi impone focus, presenza. Nessuno farà al mio posto e questo è un bene e, al contempo, un limite.
E se fosse tutto qui, nel mio presente, senza contare in un futuro… come la prenderebbe la mia mente, il mio cuore, la mia anima?
Dovrei chiederglielo, suppongo mi sia sempre mancato il coraggio fino a qui. Le risposte potrebbero non piacermi. Forse le risposte le posso immaginare già, perché il passato se trova spazio (quello lasciato incautamente incustodito dal futuro) si può mangiare il presente. Questo l’ho imparato con il tempo.
Il passato non cambia, il futuro è soltanto movimento ipotetico: quale dei due può farci più male? Personalmente ho valutato che riuscire a limitare l’intrusione del mio passato nel mio presente aiuta il mio futuro.
Non lo immagino il futuro, ma lo guardo nel suo divenire. Sono qui-ora con la mia azione che avrà dirette conseguenze nel futuro che si sta compiendo, già da ora-in-poi. In questo modo vivo.
Non so se ha senso per te che mi leggi ora, ma ha senso per me che lo scrivo ora.
Domani chissà.
Concludiamo quindi un anno di post pubblicati su questo spazio che sento talmente mio da dimenticarmi che qualcuno passerà a leggerlo (e siete tanti, grazie!). Questo è un bene, dimenticarsi del giudizio degli altri qualche volta è un bene. Me lo ha insegnato meglio il 2024.
Un’altra cosa che mi ha insegnato è che si può guarire in molti modi diversi, in modi che non puoi immaginarti mentre stai male.
Il mio anno è stato intenso, mi hanno attraversato molte situazioni piuttosto impegnative, e mi sono vista affrontarle con il solito impegno e determinazione senza – però – soccombere. Direi che già questo mi fa chiudere il sipario con un sorriso.
Il mio “2024 Show” verrà da me stessa applaudito come fosse stato un successo. Voglio essere io a decretare cosa sia un successo e cosa no, per me. Il 2024 lo è stato.
Ecco il mio augurio per questa fine d’anno: applaudi al tuo successo, il tuo “2024 Show” lo è stato, perché sei lì ora.
Lì nella tua vita.
Standing Ovation for You.
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