Partirò da un punto visibile e cercherò di tracciare un percorso piuttosto personale per affrontare questo articolo. Lo dico subito così si parte da presupposti cristallini. Lo faccio spesso di prendere spunto da quello che vedo/sento per andare in profondità e ritrovarmi a parlare di quello che penso/provo perché sono convinta che il mondo lo comprendi solo se ti ci senti parte e non ti tiri indietro quando c’è bisogno di guardarti dentro e scoprire da dove parte il malessere. Credo sia l’unico modo per crescere.
Questa volta parto dal video di Clio Makeup postato su Instagram – di qualche settimana fa (cliccaci sopra)- dove parla della sua esperienza da Influencer e da Imprenditrice, e quindi Leader di una Community decisamente imponente (non penso ci sia bisogno, ma vi lascio il link della sua pagina in Wikipedia se non sapete chi è).
Cosa mi è piaciuto di questo video? Tutto. L’onestà, la trasparenza, la schiettezza. Tutte qualità molto pericolose quando vengono messe in piazza, lo so per esperienza personale diretta. Non vengono perdonate certe debolezze, così sono viste quelle tre qualità… perché lì puoi colpire e far affondare. Non ti puoi sbagliare, se colpisci lì vinci. Ma, bada bene, non sui Social, nel mondo reale. E quindi anche sui Social.
Te ne accorgi meglio se vieni attaccato sui Social, ovviamente. Te ne accorgi subito. Il colpo arriva prima e forse arriva più forte perché scritto e messo sotto i riflettori. Se non ti sei attrezzato prima, emotivamente parlando, affondi.
Clio non affonderà. E ne sono felice.
Ora voglio anche soffermarmi su quello che secondo me è il punto dolente di tutto il suo discorso: l’ingenuità. Che per una Imprenditrice e Leader è decisamente poco ammissibile. Mi spiego meglio: dal 2008 a oggi sono trascorsi 15 anni. Siamo tutti cresciuti, non siamo più quelli di un tempo e soprattutto non lo è il web e soprattutto non lo è la comunicazione in linea di massima. Né per il business né per la sfera privata. Bisogna rifarsi il trucco, Clio. Tu sei l’esperta nel campo, possibile che non ci hai pensato?
Adesso comunicare è un mestiere duro. Se sei un’Influencer è un macello perché combatti senza armatura e se non hai la maturità che ti sostiene rischi di andare in burn out ogni tre per due, se sei un’Imprenditrice è meglio. La crescita da uno stato all’altro porta sicuramente più responsabilità manageriali, ma assolutamente più leggerezza per quanto riguarda le questioni legate alle public relations. Nella vita reale e anche nel virtuale.
Andiamo oltre, allora, ringraziamo Clio per aver messo in piazza la sua difficoltà e vediamo di metterci in pari con il gioco dei ruoli.
Community ‹këmi̯ùuniti› s. ingl. (propr. «comunità»; pl. communities ‹këmi̯ùuniti∫›), usato in ital. al femm. – 1. Nel linguaggio di Internet, gruppo di persone che si incontrano, discutono e si scambiano informazioni attraverso la rete (gli strumenti utilizzati più frequentemente dagli utenti per interagire sono forum, chat e programmi di messaggistica istantanea): far parte di una community. 2. estens. Il luogo virtuale in cui avvengono le interazioni tra i membri di una community.
Sembra innocua vero? No, non lo è. Lo sappiamo che non lo è più, che è diventato una sorta di tira e molla che a volte diventa vero e proprio ricatto. Esatto, ho scritto ricatto.
ricatto s. m. [der. di ricattare]. – [il ricattare qualcuno: cedere a un r.] ≈ ‖ intimidazione, minaccia. ⇓ estorsione, taglieggiamento.
Le Community hanno il potere di decidere se vai bene oppure no. Per loro, ovviamente. E se ti affidi alla tua Community sei tu ad avere bisogno di lei, non lei di te. Una bella doccia di umilità vero? Già.
Curare la tua Community è positivo, compiacerla non lo è. Prendersi cura di chi ti segue è un gesto doveroso, lo fai quando sei fedele a ciò che hai promesso e non ti vendi per quello che non sei. Compiacere è vigliaccheria, imperdonabile. Ecco perché Clio sta male (a mio avviso il fatto che provi un sentimento di questo tipo è una conferma della sua onestà intellettuale). Ci sono scelte che finiscono per determinarti in modo importante. Diventi quella cosa lì, sei il risultato di quella tua prima scelta che riaffermi ogni volta che rimani nella tua posizione. Capire se è quella che senti giusta per te è la sfida. Perché se ti spingi oltre, spesso non c’è ritorno. Capire come ci siamo finiti in quella posizione non sempre è una passeggiata, ma a che serve svuotare il malessere derivato da un brutto periodo addosso alla propria Community? Specialmente se non sei più una Influencer (ovvero libera professionista) bensì un’Imprenditrice che ha uno staff di cui prendersi cura più che una Community da compiacere. No, non si fa.
Credo che la confusione abbia avuto la meglio, vero Clio?
Attimo di respiro, please.
Mentre scrivo mi rendo conto che sto pesando ogni singola parola prevedendo una possibile reazione di chi mi leggerà. Però, senza paura. Con cautela, ma senza paura. Perché? Perché questo blog non è aperto ai commenti, non è uno spazio dove io dialogo con i lettori, è un luogo in cui condivido senza chiedere e senza aspettarmi nulla in cambio. Nessun ritorno, né di visibilità né di profitto monetario.
Ho scelto questa strada, poco furba perché non pilotata da un progetto di business e non aiuta la crescita di una Community, perché non ho mai sentito il bisogno di avere una mia Community. Sono pazza? Sì, ma non è questo il punto. Mi conosco, so come sono fatta e so che le mie scelte mi hanno portata fino a qui per un motivo: essere libera di esprimere i miei pensieri. Non scrivo per essere d’accordo con te, scrivo perché ho qualcosa che voglio condividere. Non condivido quello che penso tu voglia sapere/sentire, ma quello che forse non ti aspetti e che ti può comunque lasciare qualche cosa. Spero sempre sia qualcosa di buono, ma anche nel caso ti facessi incazzare… a me va bene lo stesso.
Se quello che scrivo ti infastidisce significa che hai un pensiero al riguardo ben strutturato e do per scontato che tu abbia i tuoi buoni motivi per ritenermi fastidiosa.
Detto questo, però, ammetto che non mi interessano i tuoi motivi, li rispetto a prescindere, ma sono tuoi. Soltanto tuoi. Perché se io mi preoccupo dei tuoi motivi perdo il focus sui miei motivi, che sono quelli che mi permettono di strutturare una comunicazione onesta, trasparente e schietta.
Una posizione, la mia, molto vulnerabile. Quindi la devo proteggere. Se non lo faccio io nessuno lo farà al mio posto. Ho il dovere di proteggere la mia vulnerabilità e me stessa e la mia vita, se è questa posizione la base sulla quale voglio costruire la mia comunicazione. E lo è.
I compromessi sono necessari per vivere una vita sociale normale. Entro certi limiti. Il limite lo decidi tu e decidi tu quando e in che modo lo puoi superare. Ho testato i miei limiti e ogni volta li ho lasciati esattamente lì dove sono sempre stati. Un passo in più e non sarebbe andato bene per me.
Ecco perché faccio quello che faccio a modo mio. Senza aspettarmi di essere considerata Leader di una Community affezionata, ma trovando piacevole l’essere seguita da persone che accettano questa sorta di distanza e si sentono anche rassicurati dalla mia assurda coerenza. Che applico nel virtuale e nel reale, in ogni cosa che faccio e che condivido. La popolarità – molto probabilmente – non fa per me.
Mi scuso e procedo sulla mia strada.
Ultima cosa che reputo importante, riguardo al discorso di Clio, e che mi ha spinto a scrivere questo lungo articolo: sentire la frase “perché la vita è una merda” da un’Imprenditrice così popolare mi provoca un malessere profondo. Un disagio che ha a che fare con sentimenti antichi quali il pudore, la misura, il controllo. Oggettivamente parlando, la vita può essere o diventare una merda per tutti… ma in realtà non lo è per tutti merda allo stesso modo. Ad alcuni di noi non dovrebbe essere permesso neppure di pensarlo. Me compresa. Affermarlo, poi, davanti a un’audience così ampia e eterogenea è – per me – inaccettabile.
La vita è quello che è. Troppo complicata per definirla con precisione. Specialmente quando si è sofferenti.
Oggi, personalmente, so che non è una merda. Non posso affermare che sia splendida tout court, ma chi ha mai detto che lo deve essere?
Questo oggi volevo condividere con chi passa di qui a leggere.
Onestamente, in modo trasparente e schietto.
Grazie.
(Barbara)
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