Una settimana passa in fretta e anche i migliori propositi possono arrendersi davanti alla frenetica produzione di contenuti alla quale chi fa il mio mestiere deve attenersi. Se riesci a non farti prendere dall’ansia, vinci. Riesci a produrre, a produrre mantenendo una certa qualità e a sopravvivere.

Può sembrare una delle mie solite banali battute, ma non lo è.

La questione di sovraprodurre contenuti è davvero un cruccio serio, non tanto per la capacità di tenere botta sul lungo periodo quanto per l’utilità che i suddetti contenuti possono apportare al mondo. Utilità spesso pari a zero (compreso questo mio blog, ovviamente). Perché alla fine a me piacerebbe credere che con la mia abnegazione e le mie capacità sto davvero facendo qualcosa per salvare il mondo, ma non è così… forse sto solo contribuendo a seppellire questo povero mondo sotto una montagna di inutile comunicazione-immondizia (nonostante i miei poveri buoni propositi).

Ogni volta che mi sono messa sotto con i miei progetti la parte più dura è stata sempre rispondere a questa domanda: perché?

Perché al mondo dovrebbe interessare quello che penso, quello che dico, quello che scrivo?

Non ho mai trovato una risposta che mi piacesse, ma ho sempre scavallato la collina facendomi forte di una convinzione soltanto: perché interessa a me. Interessa a me poter pensare, poter comunicare, poter esserci. Anche se all’ascolto non troverò nessuno.

Se questa posizione vi suona arrogante, probabilmente avete ragione. Io aggiungerei che è anche invadente e fastidiosa se ti fermi lì in superficie. Dirò di più, scavando a fondo le cose peggiorano. Perché la ragione di tutto è ancora più assurda, ancora più presuntuosa, ancora più patetica.

(…) tutti noi siamo chiamati a produrre bellezza. Proprio noi che riempiamo di contenuti il mondo e quindi le menti delle persone, dovremmo sentirci responsabili di produrre contenuti che non siano solo efficaci.

Diego Fontana

Questa che ho riportato qui sopra è soltanto una piccola parte di un lungo post che l’autore (copywriter e direttore creativo) ha pubblicato sul suo LinkedIn e che mi trova d’accordo al 100%, ma evidentemente mi ha colpita più di quanto pensassi perché oggi sono partita dalle sue parole per tirare fuori le mie e farne un post.

Produrre bellezza è la ragione che mi ha mossa in ogni occasione, la ragione che muove il mio pensiero, la mia voglia di comunicare, il mio scrivere.

Non credo di esserci mai realmente riuscita, quindi continuo imperterrita a provarci. 

Non sono qui per salvare il mondo, forse soltanto per cercare di salvare me stessa. Se poi qualcuno sale sulla mia zattera non posso che esserne felice. E grata.

Buon lunedì!

 

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