La spinta al costruire la percepiamo fin dai primi anni di scuola: ti devi costruire un futuro degno, datti da fare! Così ci svegliamo al mattino – volenti o nolenti – con questa fissa di costruire una vita che mattone dopo mattone ci faccia stare al sicuro. C’è chi ci riesce meglio e dopo qualche decennio può sfoggiare con orgoglio un villone con piscina e campo da golf, chi fa fatica a tenersi stretto un monolocale e sogna di mollare tutto per aprire un sushi bar su una spiaggia tropicale (sogno mica disprezzabile, dal mio punto di vista). Comunque sia siamo tutti muratori obbligati a spaccarci la schiena sperando che uno tsunami non si porti via tutto.

Se, però, ci facciamo caso – a un certo punto – ci rendiamo conto che costruire è solo una parte dell’obbligo di stare al mondo. Il segreto del restare-in-vita-meglio-che-si-può sta nell’arte della manutenzione. In poche parole, ciò che costruisci ti si sbriciola in mano se non te ne prendi cura.

Relazioni personali, relazioni professionali, relazioni sociali: basta un soffio e perdi tutto se le dai per scontato, se pensi che una volta messe in piedi il gioco è fatto, se ti illudi che rimangano lì per te qualsiasi cosa accada.

La fatica di esserci, di sorridere anche quando vorresti sbattere la porta e tenere tutti fuori dal tuo rifugio. La fatica di non indietreggiare quando i pesi degli altri ti vengono caricati addosso e tu vorresti far presente che ne hai abbastanza dei tuoi, ma non puoi. La fatica di tracciare una linea che si sposta assecondando onde e vibrazioni che non puoi e non sai gestire, contenere, modellare in rispetto ai tuoi limiti. Questa fatica è di tutti. Nessuno escluso.

Questa è la sfida, questa è la manutenzione che ci viene richiesta. Fai un check up e metti una toppa lì dove serve, sostituisci un pezzo che si è usurato o ripensi a una soluzione per un problema che ti sembrava risolto e che invece no, eccolo di nuovo lì. 

manutenzione /manuten’tsjone/ s. f. [dal lat. mediev. manutentio -onis]. – [il conservare in buona efficienza macchinari, strade, edifici] ≈ conservazione, (non com.) mantenimento. ‖ riparazione.

Quanto ti costa non è importante. Quanto ti permette di tenere in piedi quello che con fatica hai costruito, questo è importante.

Ci sono cose che chiedono di essere lasciate andare, di crollare definitivamente e non ci si pensa più. Per tutto il resto dobbiamo arrabattarci per far funzionare il delicato meccanismo che ci vede coinvolti. Tutto sta su per un soffio, su fondamenta mai troppo solide, su dettagli che appena si spostano provocano sismi e maremoti che sanno travolgere tutto senza pietà. Tutto quello che non dipende da noi non è un problema, il resto sì. Il resto è tanto, davvero tanto. Che ci piaccia oppure no.

Adesso un respiro.

E.

Adesso.

In piedi.

Si ricomincia.

Ancora e ancora.

Buon lunedì a tutti

🙂

 

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