(363) Jolly

“A questo punto mi giocherei il Jolly”, un’affermazione che non ho mai potuto utilizzare, ma che mi è rimasta lì in memoria e di cui non riesco a disfarmi.

Per giocarsi un Jolly, ovviamente, bisognerebbe avercelo. Ho pensato di averne parecchi di Jolly da giocarmi in tutti questi anni, ma una volta buttati sul tavolo si sono rivelati un bluff. Cioè, tanto per far capire il tenore della beffa: un auto-bluff.

Che non si tratta più di sfiorare il ridicolo, ma di attraversarlo alla velocità dell’Enterprise tanto per capirci. E non indenni, voglio sottolineare.

In poche parole, ho voluto così tanto poter giocarmi un Jolly che me ne sono inventati mille – totalmente fake – pur di crogiolarmi nell’idea che al momento opportuno li avrei sfoderati per… vincere. Sì, vincere. Perché io voglio vincere. Vincere in modo onesto, s’intende, ma vincere. Non mi piace la via di mezzo, neppure arrivare ultima. Mi piace vincere. Ma non basta. Bastasse questo, a cosa servirebbero i Jolly? Ci sarebbe una rivolta di Jolly se si scoprisse che non servono a una cippa. Triste giorno per i Jolly, per noi un po’ meno. Per me sarebbe una festa.

Fatto sta che non ne ho. Non ne ho e non so dove andarli a comprare. Non ne ho e non potrò mai dire “Mi gioco il Jolly”. Non ne ho e non potrò mai dare una complice e soddisfatta pacca sulla spalla al mio Jolly e andare a festeggiare in birreria con lui, come una vera squadra, la vittoria. Credo non ci sia nulla di più mortificante.

Scusate, ma ora vado a piangere in privato.

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(5) Scoperta

Immergermi in qualcosa che mi piace fa passare tutto. Sono fortunata perché la mia passione è diventata il totale del mio quotidiano, ma spesso sono presa dai ritmi del lavoro (deadlines, preventivi, appuntamenti, lezioni ecc.) e me la godo poco questa condizione.

Oggi ho dedicato tutto il giorno allo studio e mi sento piena di forze per affrontare la settimana di lavoro. Più comprendo le dinamiche della mente umana e più mi si aprono finestre dove proiettarmi stile Enterprise verso l’infinito e oltre. La scoperta di nuovi pianeti è la meta. Il mio viaggio.

Sapere un po’ di più per trovare modi di mettere in pratica quel che ho imparato è galvanizzante. Me lo ricordo sempre quando sono davanti a una classe di studenti recalcitranti e poco disposti a farsi elettrizzare, ogni volta è una sfida: riuscirò a far arrivare fino a loro la meraviglia di quello che sto vivendo?

Dieci su dieci ci riesco. Non perché io abbia doti speciali, il segreto è nella passione che ti muove e che ti insegna a non dare niente per scontato e, soprattutto, a non mollare mai.

Se per te è importante non molli. Semplice.

 b__

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