Sarebbe bello deporre le maschere. Tutte di tutti. Ci sarebbe di che ridere e di che piangere, suppongo. Riusciremmo a tenere botta o ci butteremmo l’un l’altro dalla rupe Tarpea? Eh.
Viviamo in un mondo mascherato, chi sembra bello fuori e dentro non lo è, chi è bello dentro e fuori non lo è, chi è brutto a prescindere e chi bello a prescindere (con e senza maschera). Come si fa a pararsi le spalle? Non lo so.
Ho sempre sostenuto di non aver mai indossato maschere, ma forse non è così. Tutte le volte che mi sono trovata in situazioni estranee al mio volere ne ho indossato una che non mi facesse sentire vulnerabile e perciò attaccabile. L’ho fatto, mi sono schermata, ho preso le distanze, ho sistemato me stessa in un luogo segreto per esporre quello che non avrebbero colpito o che non avrebbe attirato l’attenzione o che non sarebbe comunque risultato interessante. L’ho fatto. Me ne pento? No. Sono sicura che a fare in altro modo ci avrei rimesso le penne, quindi lo rifarei di nuovo. Anzi, lo faccio tutt’ora, anche se sempre meno.
Perché mi sento meno traballante, meno debole, meno in balìa degli attacchi del primo che arriva. Anche se ci sono persone che con niente possono annientarmi, senza neppure rendersene conto probabilmente, sono pur sempre poche. Le posso contare sulla punta delle dita di una mano.
Non me la sento di giudicare le maschere altrui, se sono usate con lo stesso mio scopo – quello di difendersi – sono ben motivate. Abbiamo il sacrosanto diritto di mostrarci per come vogliamo e quanto vogliamo, senza dare spiegazioni o giustificazioni a nessuno. Il diritto alla difesa è di tutti, no? Ok, se non uso la mia maschera per danneggiare qualcuno, allora guai a chi me la tocca. Deciderò io se togliermela e con chi. Nessun altro.
Credere alla bellezza o alla bruttezza fa capo a noi. Non è una maschera che ci può convincere né dell’una né dell’altra. E scegliere liberamente come mostrarsi rimane cosa intima, intoccabile.
Se per me questo ha valore, lo deve avere per tutti. Non sto difendendo la menzogna, sto rivalutando la scelta di ogni Essere Umano di rimanere di proprietà di sé stesso senza per forza darsi al pubblico dominio. Di questi tempi bisognerebbe pensarci bene.