Sono delle porte che si aprono. Sono un invito. Sono una sicurezza. Si portano addosso enormi tesori: le parole. Dei tesori le parole? Sì, perché:
Se possiedi le parole, possiedi le cose. (“Udire tra le parole”, Guido Marchi e Alighiero Betti)
Non è così per tutti, ma quando l’incantesimo ti coglie è per sempre. Non c’è controincantesimo che tenga, le parole ti tengono legata con laccetti di seta e si rendono pelle e scudo e corazza e specchio da attraversare e… quello che vuoi tu.
Per quanto tu faccia non puoi coinvolgere qualcun altro a sentirle come tu le senti, a meno che l’incantesimo non li abbia già colpiti. Ma non sei tu a lanciarlo, sono loro: le lettere. In che modo? Non lo so. Io credo leggendo, ma sono sicura non sia l’unico modo perché anche la musica ha la sua parte.
Le sto studiando, lettere come portali e parole come perle da indossare. Ci metterò una vita, ma non credo ci sia nulla di più bello per far passare questi miei anni – che tanto passerebbero né più né meno e magari inutilmente.
Allons donc!